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“Guarderò il tuo profilo Facebook prima di dire a tua madre che sei morto”: la lettera commovente di un medico

Un dottore ha scritto una lettera spiegando perché visita il profilo Facebook dei suoi pazienti prima di comunicare ai genitori che sono morti. Ecco alcuni estratti.

“Guarderò il tuo profilo Facebook prima di direi a tua madre che sei morto”: la lettera commovente di un medico

Photo credits: Marcus Hendry MD/Linkedin

26 Ottobre 2018

Non è mai facile dare delle brutte notizie, ma quando un dottore deve comunicare a dei genitori che il loro figlio è morto, la questione è emotivamente molto provante. Un medico del Pronto soccorso del Saint Vincent Hospital di Indianapolis, il dot. Louis M. Profeta, ha pubblicato proprio riguardo a questo argomento una lettera a dir poco commovente. Il testo, condiviso su Linkedin, si apre con il titolo “Guarderò il tuo profilo Facebook prima di dire a tua madre che sei morto”.

Il medico prosegue rivolgendosi direttamente al paziente, immaginandone uno dei tanti che purtroppo si è trovato di fronte nella sua carriera: “Mi fa restare umano. Vedi, sto per cambiare le loro vite” e continua “tra circa 5 minuti non saranno più gli stessi, non saranno mai più felici. Ora, ad essere onesto, sei un corpo senza vita e senza nome in cui abbiamo infilato aghi e tubi tentando disperatamente di salvarti. Non c’è movimento, non c’è vita, niente che possa dirmi che una volta avevi dei sogni e delle aspirazioni. Lo devo ai tuoi genitori di imparare almeno qualcosa su di te prima di dirglielo. Perché in questo momento… sono arrabbiato con te, per quello che hai fatto a te stesso e per quello che stai per fare a loro”.

Un testo molto forte, quello scritto dal medico, che continua dicendo: “Forse stavi messaggiando invece di guardare la strada, o eri ubriaco e avresti dovuto chiamare Uber. Forse hai provato l’eroina o lo Xanax per la prima volta, o una riga di cocaina […]. Forse era solo il tuo momento… ma ci sono possibilità che non lo fosse. Quindi prendo la tua foto scolorita dalla tua patente, afferro il mio telefono e cerco il tuo nome. […]” 

Vedo il tuo sorriso – si legge – come avrebbe dovuto essere, il colore dei tuoi occhi quando erano pieni di vita, i momenti che hai passato in spiaggia, mentre soffi le candeline, il Natale dalla nonna […] Ti vedo in piedi con tua mamma e tuo papà di fronte all’insegna della tua università.”

Sei quasi fortunato a non dover vedere la scena. Papà che grida il tuo nome ancora e ancora, tua mamma che si tira i capelli […] Guardo la tua pagina Facebook prima di dirgli che sei morto perché mi ricorda che sto parlando di una persona, qualcuno che loro amano; calma la voce nella mia testa che in questo momento ti sta urlando contro: ‘maledetto, come hai potuto fare questo a loro, le persone che che dovresti amare?'”.

Un vero pugno nello stomaco, bisogna dirlo. Potete leggere il testo integrale della lettera cliccando sul link del post condiviso dal dottor Louis M. Profeta.

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