Allarme WWF: in 40 anni l’uomo ha fatto sparire il 60% dei vertebrati

Con la pubblicazione dell’ultimo Living Planet Report, l’indicatore dello stato della biodiversità globale realizzato con il supporto di oltre 50 esperti del settore, il Wwf non lascia spazio a dubbi: occorre un impegno globale e immediato per arrestare i danni provocati dall’uomo al sistema naturale.

Il dato più evidente, mostrato dal rapporto, parla di un calo del 60% della popolazione dei vertebrati registrata in poco più di 40 anni, dal 1970 al 2014. Con picchi ancora più impressionanti in Sudamerica e America Centrale, dove la riduzione nel periodo tocca addirittura l’89%. Mentre tra le varie specie, quelle di acqua dolce sono le più esposte al rischio. Si tratterebbe, secondo gli esperti, di una velocità di perdita di biodiversità registrato solo durante le estinzioni di massa.

Ma quali sono le minacce? Il primo fattore è sicuramente da ricercare nel sovrasfruttamento delle risorse naturali da parte dell’uomo. Ma incidono fortemente anche il cambiamento climatico, l’inquinamento e gli interventi invasivi sui territori, è il caso ad esempio delle deforestazioni, della costruzione di dighe e miniere.

Nello stesso rapporto del wwf si stima che nel 2015 resterà soltanto un 10% del territorio non alterato e condizionato dagli interventi umani. È evidente che il rischio rappresentato da questa situazione coinvolge anche l’uomo.

Secondo il direttore generale del wwf, Marco Lambertini, “l’unica buona notizia è che ora sappiamo esattamente quello che sta succedendo”. La presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi lancia un appello “È fondamentale un accordo globale, ambizioso ed efficace per la natura e la biodiversità”.