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23 Novembre 2018
Anche quest’anno il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un appuntamento istituito dalle Nazioni Unite nel 1999 per sensibilizzare i cittadini di tutti i paesi su questo tema delicato e per sostenere le donne che subiscono violenze di qualsiasi tipo, oltre che per incoraggiarle a chiedere aiuto per uscirne.
La data del 25 novembre non è stata scelta a caso: proprio in questo giorno, infatti, nel 1960 nella Repubblica Dominicana tre donne, Patria, Minerva e Maria furono torturate e uccise dagli agenti dei servizi segreti del dittatore Rafael Leònidas Trujillo per aver preso parte alle attività di resistenza al regime. L’omicidio delle Mariposas, ossia delle “farfalle”, nome con il quale erano conosciute, scatenò la rivolta popolare che portò all’uccisione di Trujillo e alla fine della dittatura. Il 25 novembre fu poi commemorato per la prima volta nel 1980 durante il primo Incontro Internazionale Femminista che si tenne a Bogotà ed è proprio da lì che questa data assunse un significato simbolico di lotta contro la violenza sulle donne.
Oggi questa Giornata ha sempre più valore perché serve per dare coraggio alle donne vittime di abusi e per convincerle a rivolgersi a chi può aiutarle: si tratta dei Centri antiviolenza che solo nel 2017 hanno dato sostegno a 49.152 donne; tra di loro, 29.227 hanno deciso di iniziare un percorso per uscire dall’incubo. Questi dati sono emersi da un’indagine condotta dall’Istat in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, le Regioni e il Consiglio Nazionale della Ricerca.
I dati sono stati forniti da 253 centri sui 281 contattati, luoghi che, grazie all’impegno di avvocati, psicologi e altro personale qualificato, forniscono alle donne servizi di ascolto, accoglienza, supporto legale e psicologico, sostegno nel percorso di allontanamento dal partner violento, oltre a servizi di orientamento lavorativo e sostegno all’autonomia. Il 95,3% di questi centri ha aderito al numero verde nazionale 1522 contro la violenza e lo stalking; il 68,8% ha messo a disposizione la reperibilità 24 ore su 24, mentre il 71,1% ha attivato un servizio di segreteria telefonica per raccogliere le segnalazioni durante l’orario di chiusura; il 24,5% possiede invece un numero verde dedicato. Il lavoro, insomma, è davvero tanto ma, nonostante il grande impegno, questi centri purtroppo hanno ancora difficoltà ad accogliere le richieste per mancanza di posti, senza considerare che il 56,1% delle 4.400 operatrici viene impiegato in forma volontaria.
Tra i vari dati emersi, è interessante il confronto a livello geografico: con una media di 170,9 casi, al Nord-est è stato registrato il numero massimo di richieste prese in carico mentre al Sud il numero minimo, con una media di 47,5 domande di sostegno. Tra le donne che chiedono aiuto, infine, il 26,9% sono straniere e il 63,7% ha figli, che in oltre il 70% dei casi sono minorenni. I primi dati del 2018 non sono affatto confortanti: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, infatti, il numero delle donne uccise è diminuito solo di 3 unità, passando da 97 a 94; di questi ben 32 sono femminicidi, ovvero le vittime sono state uccise in ragione del proprio genere. Nei primi mesi di quest’anno, infine, la percentuale di donne uccise nell’ambito domestico e affettivo è pari al 72%. Questi numeri sono spaventosi e rendono dunque la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne ancora più necessaria e ancora più importante nel tentativo e nella speranza di riuscire a vincere questa battaglia, cercando soprattutto di intervenire in tempo per salvare le donne vittime di abusi fornendo loro assistenza e protezione.