Tutto News

Negli Stati Uniti il compost umano potrebbe diventare legale

Lo “human composting” potrebbe diventare un’alternativa ecologica ed economica alla sepoltura e alla cremazione: il corpo del defunto verrebbe trasformato in un fertilizzante.

Negli Stati Uniti il compost umano potrebbe diventare legale

03 Gennaio 2019

Nello Stato di Washington lo “human composting” potrebbe presto diventare una pratica legale: si tratta della trasformazione del corpo del defunto in un compost, ossia un fertilizzante. Negli Stati Uniti, dunque, presto i cittadini potrebbero avere a disposizione un’alternativa alla sepoltura e alla cremazione.

È stata una designer di Seattle, Katrina Spade, ad avere per prima l’idea della “recomposition”: nel 2013 la donna lavorava all’Università del Massachusetts dove ha iniziato a pensare a un metodo attraverso il quale trasformare la morte in una nuova vita, sfruttando l’ultimo stadio del corpo umano. Dopo aver parlato della sua idea con un’amica che lavora nel settore agricolo e che si occupa del compostaggio del bestiame, Katrina ha elaborato il progetto dello “human composting”: per condurre degli studi e delle ricerche su questo tema nel 2017 ha fondato un’associazione benefica e, più di recente, ha sponsorizzato un progetto pilota di 75mila dollari alla Washington State University. È  proprio in questo istituto che i ricercatori hanno messo a punto il progetto della “recomposition”, ampiamente spiegato nello studio che si è concluso ad agosto con ottimi risultati e che verrà pubblicato quest’anno. 

A questo punto è lecito chiedersi come funzioni il compostaggio umano: il progetto prevede che il cadavere venga imbalsamato, avvolto in un sudario e infine inserito in una specie di bara contenente del terriccio formato da materiale organico, come trucioli di legno, erba medica, paglia e altri nutrienti. Per favorire e velocizzare l’attività microbica, l’aria all’interno del contenitore verrebbe aspirata periodicamente e rifornita di ossigeno. Il processo di decomposizione dovrebbe durare all’incirca un mese: in seguito, il fertilizzante così ottenuto potrà essere restituito alla famiglia del defunto e utilizzato per coltivare delle piante.

Secondo i ricercatori, la recomposition potrebbe diventare l’alternativa ecosostenibile ai metodi tradizionali, considerando che la classica sepoltura prevede il rilascio di sostanze chimiche nel terreno a causa dei resti umani, mentre la cremazione comporta il rilascio di anidride carbonica nell’aria. Ma i vantaggi sarebbero anche economici: secondo la National Funeral Director Association, infatti, il processo per ottenere il compost umano costerebbe sui 5mila dollari o poco più, mentre la sepoltura ne costa oltre 7mila. 

Il processo di legalizzazione di questo progetto è iniziato, in realtà, nel 2017 ma la legge fu bocciata a causa della forte opposizione della Chiesa Cattolica; il disegno di legge verrà ripresentato nella sessione legislativa di febbraio, insieme a quello sull’idrolisi alcalina, un’ulteriore alternativa alla sepoltura che prevede la dissoluzione del cadavere in un contenitore pressurizzato e pieno di acqua e soda che, grazie a un particolare procedimento, lo trasforma in liquido e ossa. Se queste leggi dovessero passare, lo Stato di Washington sarà il diciassettesimo paese al mondo a introdurre l’idrolisi e il primo in assoluto ad adottare la recomposition. La probabilità che ciò avvenga è molto alta, almeno secondo quanto dichiarato da uno dei promotori della legge, il senatore democratico Jamie Pedersen: “I cittadini sono entusiasti di poter scegliere di diventare una pianta – ha spiegato ai media – o di avere un’alternativa per sé stessi”.

Interviste

Radio 105 sempre con te!

Disponibile su