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09 Gennaio 2019
Di recente un 37enne è stato condannato a due mesi e quindici giorni di carcere, in primo grado dal Tribunale di Busto Arsizio e in secondo grado dalla Corte d’Appello di Milano, perché accusato di violazione della privacy dalla sua vicina di casa: la donna, infatti, sarebbe stata spiata dall’uomo attraverso la finestra del suo bagno che è priva di tende e sarebbe quindi stata fotografata e filmata senza veli mentre usciva dalla doccia.
Per questo reato la Cassazione ha assolto l’uomo dall’accusa: se non si utilizzano tende o vetri schermati alle finestre e si viene visti dall’esterno da qualche guardone, dunque, la responsabilità è della persona che non ha preso abbastanza precauzioni per proteggere la propria privacy. Quando si è in casa, dunque, occorre fare molta attenzione e pensare sempre che qualcuno da fuori potrebbe spiarci e riprenderci con un semplice smartphone, rimanendo dunque impunito in quanto l’atto secondo la Suprema Corte non costituisce reato.
Assolto dall’accusa di violazione della privacy della vicina, il 37enne in questione, però, dovrà comunque scontare la pena di due anni e sei mesi per altri due reati commessi: l’uomo avrebbe infatti filmato le dipendenti del suo bar mentre si cambiavano nello spogliatoio e avrebbe anche abusato di una bambina di dieci anni.