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Credits: Tgcom24
15 Gennaio 2019
Da un Premio Nobel di certo non ci si aspettano certe cose, eppure è successo davvero: durante la sua partecipazione a una trasmissione televisiva dell’emittente americana Pbs, il biologo novantenne James Watson ha pronunciato frasi razziste che hanno lasciato il pubblico senza parole.
“C’è una differenza tra il quoziente intellettivo dei neri e quello dei bianchi – è questa la sua frase shock – e la differenza è genetica”. Queste affermazioni hanno scatenato le polemiche sullo scienziato vincitore del Premio Nobel per la Medicina nel 1952 che, tra l’altro, non è nuovo a questo tipo di discorsi: già nel 2007, infatti, per aver pronunciato frasi razziste simili a queste gli fu negato qualsiasi incarico operativo nel laboratorio dove lavorava.
Per limitare i danni alla sua carriera, lo scienziato 12 anni fa decise poi di ritrattare la sua teoria secondo la quale i neri sarebbero meno intelligenti dei bianchi ma in realtà da quel giorno molte cose cambiarono per lui nell’ambito lavorativo: fu meno considerato dalla comunità scientifica e in seguito ebbe anche problemi finanziari che lo costrinsero a vendere persino la medaglia del Nobel. Nonostante questo, Watson sembra essere ancora convinto delle sue idee ed è tornato a ribadirle addirittura in un salotto televisivo.
Anche in questo caso la comunità scientifica ha reagito alle sue esternazioni prendendone subito le distanze e affermando che la sua teoria non ha alcuna evidenza scientifica. Anche i ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory, il famoso laboratorio di genetica dove lavorò lo stesso Watson, hanno condannato le parole dell’ex collega, proponendo addirittura di ‘punirlo’ revocandogli tutti i titolo onorari ricevuti nella sua carriera, compreso il Nobel che, nello specifico, ha vinto grazie alla scoperta della forma a elica del DNA effettuata insieme al collega Francis Crick.
“Le affermazioni di Watson – si legge in una nota diffusa dallo storico laboratorio – sono riprovevoli, non supportate dalla scienza e non rappresentative in alcun modo delle opinioni del Cold Spring Harbor, dei suoi docenti, del personale e degli studenti”. Oltre che di razzismo, in passato l’anziano biologo è stato accusato anche di sessismo, come ad esempio nel 2012, quando in un’intervista dichiarò che “avere le donne intorno rende il lavoro più divertente per gli uomini ma riduce la loro efficienza”.