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20 Febbraio 2019
Mustafa Jabbar, ministro delle telecomunicazioni del Bangladesh, in una recente intervista ad AFP ha confermato di aver dichiarato guerra alla pornografia. Il suo obiettivo è di “creare un internet più sicuro per tutti i bengalesi, compresi i bambini”.
Questa iniziativa è stata avviata dopo che l’Alta Corte del Bangladesh a novembre ha chiesto al governo di bloccare i siti web di pornografia e la pubblicazione di materiale osceno online per sei mesi.
Già nelle scorse settimane, le autorità hanno già bloccato più 20mila siti con contenuti relativi a pornografia e gioco d’azzardo. Per la maggior parte si tratterebbe di siti stranieri, ma sarebbero al centro del mirino anche molti siti web locali e piattaforme social.
Il ministro si è espresso anche contro alcune App molto popolari, come TikTok e Bigo, che secondo le indagini verrebbero utilizzate in modo improprio. Inoltre sono sotto osservazione anche i profili Facebook, i canali YouTube e i siti web. Proprio di recente, infatti, la polizia ha intimato ad un’attrice emergente locale di rimuovere le immagini non censurate dai suoi profili.
La guerra al porno è una questione molto sentita in Bangladesh, un Paese di 165milioni di abitanti, di cui oltre 90milioni sono utenti internet: secondo dati recenti, infatti, i nomi delle stelle del porno risulterebbero regolarmente tra i contenuti più cercati in rete.
Il ministro ha ammesso che si tratta di una battaglia molto complessa, anche a causa della presenza di tanti siti duplicati contro i quali è difficile prendere provvedimenti determinanti, ma il governo è deciso a fare battaglia alla pornografica con un monitoraggio continuo e regolare.
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