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12 Luglio 2019
Secondo una ricerca condotta dall’Università Bocconi di Milano in collaborazione con Philips e presentata in questi giorni alla Sda Bocconi School of Management, in Italia le persone che russano, ossia che soffrono di apnee ostruttive del sonno (Osas), sarebbero 24 milioni tra i 15 e i 74 anni, ossia il 54% della popolazione adulta.
Di questi 24 milioni, 12 sarebbero affetti da questa patologia in forma moderata-grave, ossia il 27% degli adulti, dei quali il 65% uomini. Lo studio ha poi confrontato i dati con quelli forniti dall’Associazione apnoici italiani ed è emerso che solo a 460mila pazienti (4%) la sindrome Osas moderata-grave è stata diagnosticata e che solo 230mila (2%) hanno iniziato un trattamento.
Nonostante ci sia un evidente gap in termini diagnostici e terapeutici, le apnee notturne hanno un forte impatto economico-sociale: in totale, infatti, la sindrome Osas costa 31 miliardi di euro all’anno, circa 520 euro a residente, che tradotto significa il 60% di costi sanitari indiretti, il 36% di costi sanitari indiretti e il 4% di costi diretti non sanitari. Le apnee costituiscono un fattore di rischio per altre malattie, come ad esempio ictus ma anche la frammentazione del sonno e l’ipossia intermittente che ha ripercussioni gravi su cuore e cervello, due organi che hanno bisogno di ossigeno in maniera continuativa; questa patologia, inoltre, influisce conseguentemente anche sull’incidentalità stradale e sugli infortuni sul lavoro. Ecco perché prevenirla e curarla aiuterebbe molto a migliorare la situazione, anche in termini economici.
Di recente si è registrato un aumento dei costi sanitari a causa dell’aumento parallelo delle diagnosi e dei trattamenti, soprattutto con i macchinari per la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Continuous Positive Airway Pressure, Cpap). Come si legge nello studio, se aumentasse ulteriormente il numero dei pazienti sottoposti a questo trattamento, “sarebbe possibile ridurre i costi generati dalle condizioni associate all’Osas come conseguenza di un minor rischio di esordio delle condizioni stesse, soprattutto se il trattamento è precoce”. Inoltre, “considerando anche la qualità di vita recuperata, il valore del beneficio complessivamente realizzabile supera i costi sanitari incrementali, rappresentando anche dal punto di vista economico un investimento di valore per la società”.
I medici, dunque, suggeriscono alle persone che russano di sottoporsi a un controllo medico per ricevere una diagnosi accurata e, qualora fosse necessario, un trattamento con Cnap: in questo modo, non solo si ridurrebbero i rischi per la propria salute, ma anche quelli di incidenti di varia natura, oltre a ridurre la spesa economica proprio grazie alla prevenzione.