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29 Luglio 2019
Oggi, 29 luglio, è la Giornata Mondiale della Tigre: per l'occasione, il WWF ha diffuso gli ultimi allarmanti dati relativi alle condizioni di questa specie. Questi meravigliosi animali, infatti, purtroppo sono ormai a rischio estinzione: i dati rivelano che rimangono solo 3.890 esemplari di tigri libere in natura, tra l’altro distribuiti in maniera disomogenea in 13 diversi paesi, ossia India, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Russia, Cina, Myanmar, Thailandia, Malesia, Indonesia, Cambogia, Laos e Vietnam.
La popolazione delle tigri ha subito un calo del 97% rispetto a 100 anni fa e la causa principale di questo lento e inarrestabile declino è il bracconaggio: secondo gli studi effettuati dal WWF, le tigri sono preda dei cacciatori per diversi motivi e non solo per l’utilizzo di alcune loro parti per il mercato illegale come si potrebbe pensare. In molti paesi la caccia viene effettuata per salvaguardare gli allevamenti e in molti casi anche perché le tigri attaccano gli uomini. Nello specifico, è nel Sud-Est asiatico che il bracconaggio sta decimando gli esemplari di questa specie: in Cina, ad esempio, le tigri vengono uccise perché i loro organi interni, le ossa e i denti vengono utilizzati per la produzione di medicinali della medicina tradizionale cinese.
Il commercio illegale, però, riguarda l’intera Asia: secondo quanto riportato dal WWF, ogni anno questo business produce fino a 23 miliardi di dollari, considerando che una tigre può valere fino a 150mila dollari. Fortunatamente molti paesi stanno adottando diverse misure per favorire un incremento della popolazione delle tigri e per arginare il bracconaggio e il mercato illegale: questi provvedimenti hanno fatto sì che dal 2010 a oggi il numero degli esemplari passasse da 3.200 a 3.890, ma purtroppo non basta. C’è da fare ancora molto per salvare questi animali dall’estinzione e soprattutto per combattere il traffico illegale che al momento è il quarto a livello globale, dopo quello della droga, degli esseri umani e delle merci contraffatte.