21 Marzo 2014
Il rapper di Molfetta parla della sua ultima fatica discografica: "E' un museo di arti visive da visitare più che un semplice album"
Capa-social. L’attesa prima dell’uscita del suo ultimo lavoro discografico l’aveva colmata aggiornando i fan con fotografie varie scattate negli studi di registrazione. Ma Caparezza resta un animale da social anche dopo l’uscita di “Museica”. Dopo il debutto del nuovo singolo “Cover”, uscito qualche settimana fa e accompagnato da un video molto interessante, e la premiere radiofonica del secondo estratto “Non me lo posso permettere”, il rapper di Molfetta ha affidato ancora una volta a Facebook le sue considerazioni su come sia stato concepito e strutturato il nuovo disco. Un lavoro quello di Caparezza che, per la prima volta, è tutto prodotto dal rapper pugliese con il titolo che crea un gioco di parole dalla particolare commistione tra musica e arte figurativa come lo stesso Michele Salvemini ha spiegato: “Museica è il mio museo, la mia musica, il mio album numero 6. E’ stato registrato a Molfetta e mixato a Los Angeles (dal pluri-blasonato Chris Lord Alge) ed essendone sia l’autore che il produttore artistico, lo considero come un nuovo “primo” disco. E’ un album ispirato al mondo dell’arte, l’audioguida delle mie visioni messe in mostra”.
Il museo dei suoni. Ma Caparezza non si ferma qui ed entra nel merito del disco e dei concetti che vi sono contenuti: “Ogni brano di “Museica” prende spunto da un’opera pittorica che diventa pretesto per sviluppare un concetto. Non esiste dunque una traccia che possa rappresentare l’intero disco perché non esiste un quadro che possa rappresentare l’intera galleria. In pratica questo album, più che ascoltato, va visitato. Che sia anche il mio destino?”.