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De Gregori lancia la sua biografia fotografica

Esce oggi in libreria "Guarda che non sono io", racconto per immagini di 40 anni di vita e musica di Francesco De Gregori. In autunno il disco "Vivavoce"

Esce oggi in libreria "Guarda che non sono io", racconto per immagini di 40 anni di vita e musica di Francesco De Gregori. In autunno il disco "Vivavoce"

Il libro. Non è una biografia, ma contiene una straordinaria raccolta di fotografie inedite che raccontano 40 anni di vita e musica di Francesco De Gregori, il libro intitolato “Guarda che non sono io” che arriva oggi nelle librerie italiane (la prevendita era cominciata già online il 10 maggio). Ora il lavoro esce però anche nella sua versione “analogica” curata da Silvia Viglietti e da Alessandro Arianti, pianista dell'artista e anche fotografo, con all’interno un vero approfondimento intimo sull'artista e sui suoi dischi, e un'intervista esclusiva di Steve Della Casa e una di Gabriele Ferraris a Guido Guglielminetti (produttore del “Principe” da quasi 25 anni). Come spiega il comunicato che accompagna l'uscita del libro “Se qui mai può esserci un’idea di biografia, è data solo dalla personale elaborazione di chi guarda, legge e ascolta De Gregori come lo ha sempre percepito nella sua testa o come lo ha scoperto solo di recente”.

Il nuovo disco. Ma per i fan del cantautore romano le belle sorprese non finisco qui perché dopo aver raccontato a RaiNews, di aver “aperto i cancelli della mia vita fotografata” contribuendo in maniera diretta “tirando fuori molte vecchie foto e altri materiali d'epoca dal fondo dei cassetti, revisionando insieme agli autori del libro, un'impressionante quantità di interviste rilasciate nel corso degli anni” ha parlato anche di “Vivavoce”, il prossimo album firmato Francesco De Gregori in dirittura d’arrivo per l’autunno: "E’ un disco che faccio per me stesso. Non tolgo nessun valore alle versioni originali dei brani. Ma avverto la necessità di rimetterci mano, di rivisitarle e di reinterpretarle. Avrei potuto intitolarlo anche “Oggi le canto così” ma era un po' troppo anni Sessanta e credo sia già stato usato”.

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