Aerosmith, Joe Perry torna sul flop di "Music from the another dimension"
Il chitarrista degli Aerosmith, Joe Perry, considera l'album del 2012 come uno dei migliori registrati dalla band
Il chitarrista degli Aerosmith, Joe Perry, considera l'album del 2012 come uno dei migliori registrati dalla band
Il flop. Un insuccesso che gli Aerosmith non riescono proprio a digerire. Joe Perry, storico chitarrista della band, torna a parlare di “Music from another dimension” pubblicato dalla band nel 2012 e considerato dal musicista come uno dei migliori mai registrati dal gruppo. Una valutazione condivisa anche da altri membri, Tom Hamilton lo scorso mese aveva dichiarato: “I nostri fan non hanno fatto i lavori a casa per quel disco”. L'album, infatti, non ha avuto l'impatto sperato in termine di vendite ma Perry attribuisce quel flop solo alle strategie promozionali. “Ho sempre pensato che fosse uno dei migliori dischi che abbiamo fatto negli ultimi anni – ha dichiarato a Yahoo Music – perché era il lavoro che i fan sembravano chiedere. Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto costanti richieste di tornare al sound del passato e lo abbiamo fatto con quel disco ma credo che le circostanze ci hanno sfavorite e non abbiamo avuto la spinta necessaria da parte dell'etichetta. Hanno cercata di legarla alla promozione per il film G.I. Joe ma le cose non hanno funzionato per una questione di tempi”.
Lo stato della musica.Ma dietro il mancato successo dell'album del 2012, ci potrebbe essere anche un sintomo più grande: quello che il periodo d'oro della musica stia terminando: “Abbiamo appena visto uno dei momenti d'oro della musica iniziato con il disagio sociale e la guerra in Vietnam degli anni '60. Credo che a quei tempi la musica fosse molto più importante di quanto lo sia oggi, rappresentava una contrapposizione generazionale, una voglia di cambiamento”. Ma nonostante le difficoltà gli Aerosmith potrebbero comunque decidere di tornare in studio: “Stiamo cominciando alla possibilità di tornare a scrivere canzoni. Non so sia la scelta giusta da un punto di vista delle vendite ma credo che sia una specie di obbligo per un artista”.