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Mario Venuti prepara il debutto de "Il tramonto dell'occidente"

Alla vigilia del lancio del suo nuovo disco, Mario Venuti parla del nuovo lavoro condiviso con Francesco Bianconi dei Baustelle e Kaballà

Alla vigilia del lancio del suo nuovo disco, Mario Venuti parla del nuovo lavoro condiviso con Francesco Bianconi dei Baustelle e Kaballà

Disco in uscita. Dopo aver diffuso sui suoi canali social le prime immagini del nuovo disco che traghettano i suoi fan all’interno del nuovo disco, intitolato “Il tramonto dell'occidente”, Mario Venuti spiega il percorso professionale e artistico che l’ha portato alla realizzazione di un album vissuto e scritto a sei mani. La nuova fatica discografica del cantautore siciliano è infatti il frutto di “sedute collettive coi miei compari”, ossia Francesco Bianconi dei Baustelle e l'amico cantautore Kaballà, accreditati anche come co-produttori e co-autori delle canzoni oltre che affetti da una passione in comune con Venuti: Franco Battiato. E per un sentire comune, aspettando l’uscita prevista per domani, lo stesso Mario Venuti non ci gira attorno presentando il lavoro: “La musica leggera italiana è afflitta da bieco sentimentalismo. Nell'epoca dell'inconsistenza, noi abbiamo fatto un disco di peso” spiega l’autore.

Dentro il nuovo album. Con il suo ottavo album, Mario Venuti festeggia i vent'anni di carriera solista e i trenta dalla prima incisione coi Denovo, e proprio nel raffronto con quei tempi che il musicista siracusano spiega che “questo disco torna coraggiosamente a indagare lo spazio collettivo. Quando abbiamo intravisto i temi che volevamo trattare, abbiamo evitato volutamente le solite canzoni d'amore”. E poco importa se il titolo inquieta perché come precisa lo stesso autore: “Non è un disco sulla crisi economica, è molto di più. L'Occidente è affetto da una crisi di valori. Lo so, il titolo dell'album spaventa. Suona apocalittico. Ma sarebbe ridicolo fare gli ottimisti col sorriso stampato in faccia mentre il Titanic va a fondo. Abbiamo cercato un equilibro fra la tendenza al pessimismo che ci attraversa e una legittima aspirazione al cambiamento. Invitiamo a trovare nel disagio uno sprono a reagire”.

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