Da Britney Spears ad Eminem: la musica diventa strumento di tortura
Gli agenti della Cia avrebbero usato la musica di alcuni artisti nei loro interrogatori: una playlist che include Metallica e Bee Gees
Da Britney Spears ad Eminem: la musica diventa strumento di tortura. La musica non è solo intrattenimento e cultura, ma anche uno strumento che a volte può diventare una vera e propria arma. Gli agenti della Cia incaricati di condurre gli interrogatori dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 avrebbero fatto ricorso anche alla musica nel tentativo di mettere sotto pressione i prigionieri. Le canzoni venivano “sparate” ad alti volumi e per intere ore, a volte anche giorni, per costringere gli interrogati a svelare le informazioni di cui erano in possesso. La pratica è stata definita una vera e propria forma di tortura ed ora alcuni siti riportano anche la playlist dei brani utilizzati dal servizio di Intelligence statunitense: intere ore ad ascoltare “Hit me baby one more time” di Britney Spears, oppure “Slim Shady” di Eminem. Ma la playlist usata aveva un range davvero altissimo quanto a differenze di generi e così si poteva passare dai Metallica ai Queen, passando per gli AC/DC e i Bee Gees.
Il racconto. La pratica è stata svelata attraverso le testimonianze di alcuni ex prigionieri di Guantanamo: “Si perde ogni tipo di condizione e cominci a pensare che potresti diventare pazzo a causa di tutta quella musica. Dopo ore di ascolto a rumore altissimo non percepisci più neanche le parole, si sente solo un rumore terribile”. Le canzoni venivano scelte tra la musica con i quali i prigionieri non avevano alcuna familiarità in modo da creare ancora di più un senso di disorientamento.