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Laura Pausini parla ai figli di Paolo: “Matrigna è un nome brutto”

Redazione 105

La cantante si è rivolta a Jacopo e Jader, presenti in platea, e ha parlato del loro rapporto intenso

Laura Pausini è nel pieno delle quattro date romane del suo nuovo tour mondiale. Durante i suoi show c’è una parte interamente dedicata alla sua famiglia, con un medley intenso e profondo dei brani Celeste, Il nostro amore quotidiano e Davanti a noi dedicati al marito Paolo Carta, alla figlia Paola e ai figli di Paolo, Jacopo, Jader e Holden. Jacopo e Jader erano presenti in platea, mentre Holden è tra i protagonisti di quest’anno della scuola di Amici di Maria De Filippi. E così proprio a loro ha voluto fare una dedica speciale, non senza commozione. 

Ha infatti affermato: “È stato semplice assomigliarci dal primo giorno che ci siamo trovati, capiti, incontrati. Questa canzone che vi ho appena cantato, racconta di come la nostra famiglia si stava formando e crescendo insieme a delle persone che amo tantissimo che sono i figli di Paolo. Questa sera due di loro sono qui. So che se non vi piace che lo faccia davanti a tutti però lo sapete, ormai mi conoscete da 18 anni, mi sopportate da 18 anni, anch’io un po’ vi sopporto. Scherzo!”.

Poi una riflessione sul termine “matrigne”: “È stato bellissimo crescere questi ultimi 18 anni vicino a voi, vedervi diventare uomini, vedervi crescere e mi dispiace che le persone che prendono il ruolo che ho preso io si chiamino ‘matrigne’, è un nome brutto, io sono una persona della vostra vita che non vuole fare la vostra mamma, ma vuole essere al vostro fianco e vedervi realizzare i vostri sogni”.

Ha poi proseguito ricordando alcuni aneddoti: “Grazie perché quelle persone che ho cantato ne ‘Il nostro amore quotidiano’ quel ‘qualcuno esce gli altri dormono fai piano’ chissà chi erano… Però voglio dirvi che avete visto da subito che l’amore tra me e vostro padre era molto grande e sincero, ci ha portato insieme qui dopo 18 anni e questo è vero non aveva bisogno di un documento, abbiamo sempre pensato di essere felici così, che andava bene così”.

Poi la decisione di sposarsi, spinti dalla figlia: “Un giorno è arrivata vostra sorella Paola e ha detto: ‘Perché non siete sposati?’. Non vi ho mai nascosto che non avrei voluto sposarmi fino a quando tutte le persone che si amano non avessero il nostro stesso diritto. Ecco perché abbiamo aspettato così tanto ed ecco perché io e Paolo abbiamo deciso di sposarci adesso firmando dei documenti che sono uguali a quelli che tutte le persone che si amano hanno firmato come noi”.

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