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25 Giugno 2020
Rita Dalla Chiesa è tornata a parlare della frase choc che ha pronunciato in merito al Festival di Yulin, manifestazione cinese dove vengono uccisi cani e gatti da destinare alla consumazione umana. "È un peccato mortale volere l’estinzione del popolo cinese?", questo quello che aveva detto.
Durante un'intervista, la conduttrice - vegetariana da oltre 30 anni - ha spiegato le sue ragioni e non si pente delle sue dichiarazioni. Per lei, il Festival è un vero massacro.
"Non mi pento di quella frase - ha detto Rita - L’altra sera ero sui social e mi sono capitate davanti delle fotografie terribili di quello che stava succedendo in Cina a proposito della fiera della carne di Yulin. La mia frase è stata molto forte, ma forti erano anche le immagini dei cani infilzati".
"Si capiva benissimo che era una provocazione - ha spiegato - anche dura se vuoi. Di cinesi forse ne abbiamo fin sopra i capelli in questo momento, tra il Coronavirus, tra tutto quello che è successo, tra la dittatura. Ma non è colpa dei cinesi… Chiariamo bene questo punto. Io vorrei l’estinzione di queste abitudini, non dei cinesi".
E ha concluso: "Avevano promesso, neanche tre mesi fa, l’abolizione di queste violenze nei confronti degli animali. Avevano detto che non ci sarebbe più stato questo Festival, e invece hanno ricominciato tale e quale a prima. Ho firmato non so quante petizioni. Il popolo cinese dovrebbe stoppare questa cosa. La cosa che mi preoccupa sono i titoli ad effetto. Io non ho chiesto l’estinzione della Cina, sarei una pazza. Vedendo quelle immagini, però, mi è venuto di botto di scrivere quella cosa. Quando ho visto quei cani infilzati… Non ce l’ho con quelli che mangiano la carne, anche se io non la mangio. Ma se io vedessi il mio Pedro infilzato per far mangiare i cinesi mi sentirei male".