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01 Settembre 2020
Una coppia di terrapiattisti veneziani di mezza età durante il lockdown è partita dal Veneto in cerca della fine del mondo, che per loro corrispondeva a Lampedusa (in Sicilia). Ma la spedizione si è ben presto trasformata in un'odissea tragicomica.
A raccontarla in una intervista rilasciata a La Stampa, a distanza di 3 mesi dallo svolgimento dei fatti, è stato Salvatore Zichichi, medico dell’ufficio di sanità marittima del Ministero della Salute.
Zichichi, che solitamente si occupa di migranti, qualche mese fa si è trovato di fronte i due terrapiattisti. L'uomo e la donna erano partiti in auto dal Veneto (violando le restrizioni del lockdown) per raggiungere Termini Imerese, dove hanno venduto l'auto e acquistato una barca con l'obiettivo di circumnavigare la Sicilia e raggiungere Lampedusa, considerata finis terrae. Qui è cominciata la loro Odissea.
Preso il largo, la loro barchetta non ha retto e i due, stremati e assetati dopo aver sbagliato rotta, sono approdati ad Ustica, dove sono stati sottoposti a quarantena sulla loro barca. A questo punto i due terrapiattisti hanno tentato la fuga riprendendo il largo. Ma ancora una volta in difficoltà sono stati recuperati dalla guardia costiera.
«La cosa divertente è che si orientavano con la bussola, strumento che funziona sulla base del magnetismo terrestre, principio che loro, da terrapiattisti, dovrebbero rifiutare», ha commentato Zichichi.
Ma non finisce qui, perché i due terrapiattisti hanno messo in atto un secondo tentativo di fuga e, questa volta, sono finiti a casa di un mitomane che si diceva positivo al Covid.
Alla fine (per fortuna) i due hanno rinunciato alla loro impresa e sono ripartiti via terra per tornare a casa in Veneto.
(Credits photo: Getty)