Loading

TUTTO NEWS

Il 13 febbraio si festeggia il World Radio Day: ma com’è nata la radio?

Redazione 105

Da Marconi alla DAB ecco come è cambiata la radio

La radio ha rivoluzionato la storia umana, è un dato di fatto. Ma vediamo come si è arrivati alla radio che conosciamo e ascoltiamo oggi. Se pensiamo alle sue origini, sicuramente ci viene in mente Guglielmo Marconi. Bene, ma lui non fu l’unico ad occuparsi delle onde elettromagnetiche e delle loro possibili applicazioni in comunicazione.

Se Marconi iniziò a lavorarci dall’Italia, Aleksandr Stepanovič Popov era contemporaneamente al lavoro su qualcosa di simile in Russia: il loro obiettivo era inviare segnali radio a grande distanza. Marconi bruciò Popov sul tempo, si trasferì a Londra dove presentò la richiesta di brevetto per il primo prototipo radio. Non si trattava certo di uno strumento molto potente, ma Marconi stesso lo migliorò negli anni e nel 1909 vinse il Nobel. Il concetto alla base della radio era rivoluzionario e aprì la strada all’invenzione della televisione, ad esempio.

In generale accorciava le distanze e rendeva possibile la comunicazione tra posti lontanissimi come gli Stati Uniti e la Francia. In campo navale permetteva di inviare messaggi importanti come le richieste di soccorso, utilizzate dallo stesso Titanic. 

Evolvendosi la tecnologia, siamo arrivati alla radio come oggetto domestico, utile per la diffusione di notizie, prima ancora che di musica. La radio riceve un segnale radio di una certa frequenza, lo cattura e lo modula, trasformandolo poi in suono: una sorta di magia. Quella che ascoltiamo oggi è invece radio digitale, la DAB, sviluppata negli anni 90. Questa nuova tecnologia offre una qualità audio maggiore, senza interferenze e permette di inserire oggetti multimediali come i titoli delle canzoni trasmesse.

Tanti auguri Radio, sei stata e sei rivoluzionaria!

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.