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04 Marzo 2022
Redazione 105
Jeong Kwan a 17 anni ha lasciato casa per trasferirsi in un monastero buddista e diventare monaca e nel tempio ha coltivato la passione per un certo tipo di cucina. Ora l'Academy l'ha votata come vincitrice dell'Icon Award per l'edizione 2022 dei 50 migliori ristoranti dell'Asia. "Sono estremamente onorata", ha dichiarato. “Sono una monaca, non una chef esperta. Non ho un ricettario o un menù fisso. Ma sono sempre felice di cucinare per gli altri e di condividere l'energia positiva attraverso il cibo". Nel monastero la cucina è al servizio della mente, del corpo e della natura. La sua quindi è una cucina vegana che preserva la Terra e tutti i suoi animali. Evita anche di usare tutti quegli ingredienti dall’odore forte che distolgono la concentrazione e non aiutano la pace interiore. Questi ingredienti si chiamano Oschinchae e comprendono cipolla, cipollotto, aglio, porro, erba cipollina e assafetida. Off limits anche l'alcol, da sempre nemico del controllo.
“Nella vita come esseri umani abbiamo tentazioni e desideri che dobbiamo essere in grado di controllare – spiega Kwan – mangiare troppo, dormire troppo, desideri sessuali e altri desideri di cui vogliamo fare a meno: l’egoismo per esempio. Il cibo è importante, ma non deve diventare istinto negativo”. Kwan non ha studiato da chef e non ha mai avuto un ristorante, ma la sua filosofia culinaria ha fatto proseliti e molti chef la seguono e prendono spunto dal suo lavoro: gli chef sudcoreani Mingoo Kang e Cho Hee-Sook (quest’ultima già miglior chef donna asiatica nel 2020) ed Eric Ripert del ristorante newyorkese Le Bernardin. In passato ha insegnato al College of Culture and Tourism dell'Università di Jeonju, trasmettendo la sua filosofia alimentare agli aspiranti cuochi. Una cucina lenta, che asseconda il ritmo della giornata e si rifà alla cucina contadina, una cucina meditativa.