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Oggi è la giornata mondiale del disturbo bipolare
Falsi miti e pregiudizi su chi soffre di questa malattia
La giornata mondiale del disturbo bipolare è stata istituita nel 2014 in occasione della 16esima Conferenza della “International Society for Bipolar Disorders”. La data ufficiale selezionata per la ricorrenza è il 30 marzo, perché è il compleanno del pittore Vincent Van Gogh, che si riteneva soffrisse proprio di questo disturbo.
Spesso si sente ironizzare su questa malattia mentale e intorno ad essa esistono molte dicerie e pregiudizi, ma occorre fare chiarezza. Secondo i dati diffusi da Quotidiano Sanità, il 16% degli italiani ritiene che il Disturbo Bipolare sia un disturbo della personalità, come potrebbe essere il disturbo borderline di personalità, e il 13% crede che comporti sdoppiamento della personalità. In realtà il dualismo del nome fa riferimento ai due poli di depressione ed esaltazione, ma il disturbo non comporta sdoppiamento della personalità.
Essere lunatici, volubili, incostanti o incoerenti non vuol dire essere bipolari, infatti gli sbalzi di umore di chi soffre di un disturbo bipolare sono molto più profondi e duraturi di un semplice cambio di umore. Chi soffre di questo disturbo non è pericoloso e può fare parte della società; il trattamento della malattia può prevedere l’utilizzo di farmaci, come stabilizzatori dell’umore, e un percorso di psicoterapia che se seguito con coerenza e serietà rende il paziente perfettamente adatto a vivere una vita appagante e “normale”. Il tasto dolente è che circa il 20% delle persone con una diagnosi di disturbo bipolare muore per suicidio, e il 20-60% di esse tenta il suicidio almeno una volta nella vita, questo probablmente è causato anche dai forti pregiudizi negativi sulla malattia mentale, mentre si dovrebbe diffondere l’idea che si tratta di patologie che possono essere trattate e arginate. E la giornata mondiale del disturbo bipolare nasce proprio con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla salute mantale.