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Sergio Castellitto: “Quello che resisterà sarà cinema di archeologia"

L’attore ha parlato dei suoi esordi, del suo futuro e di quello del cinema, la cui situazione lo preoccupa

Sergio Castellitto: “Quello che resisterà sarà cinema di archeologia"

Credits: Getty Images

30 Maggio 2023

Redazione 105

Sergio Castellitto, attore, regista e sceneggiatore, è tra i protagonisti di maggior successo del cinema italiano e non solo. È stato capace di spaziare tra i generi, passando dai ruoli drammatici a quelli comici ed è un ottimo interprete anche a teatro. Il 18 agosto compirà 70 anni ed è tempo di bilanci: ha ancora qualche sogno nel cassetto da realizzare? No, perché “i sogni non li avevo neanche a 30 anni, si portano dietro la frustrazione di non averli realizzati”, ha dichiarato in una recente intervista a Fanpage. 

Eppure qualcosa c’è a cui auspica: “Il vero grande successo sarebbe quello di smettere. Mi piacerebbe prendermi la soddisfazione, per qualche anno, di non sentirmi per forza un attore”. Lui attore lo è diventato non per “vocazione”, quanto per quella che ha definito una “nevrosi giovanile in risposta alla sceneggiatura che mi era stata consegnata della vita”. La sua famiglia, infatti, era di lavoratori e certo non si pensava ad una carriera artistica. Meglio un posto sicuro in qualche fabbrica, fino alla pensione. 

Tuttavia: “A quel percorso ho detto no. Un rifiuto che è un diritto dei giovani. Infatti ho cominciato lavorando in una azienda che si occupava della distribuzione dei giornali. Poi ho conosciuto dei ragazzi che frequentavano l’Accademia nazionale d’arte drammatica e cominciato di nascosto a intrufolarmi come uditore. Finché un giorno ho rotto quel ‘vetro’ e ho iniziato, un po’ come nell’attimo fuggente, che è una metafora ancora attuale”.

Poi, il successo e la possibilità di “mantenersi” facendo l’attore. Castellitto se ne è accorto nel momento in cui “non ho più guardato il telefono aspettando che squillasse”. E anche se in alcuni momenti quel telefono ha squillato di meno, “non me ne sono mai crucciato troppo”. Più preoccupato, invece, è per il futuro del cinema: “Quello che resisterà sarà un cinema di archeologia. Non lo intendo come museale, ma che dovremo andare a ritrovare le pepite d’oro scavando. Ora vanno di moda le micro-serie sul web o sui social, visto che tutti possono costruirsele con quattro amici e metterle online. Siamo devastati dalla democrazia creativa. C’è una tale democraticità nell’espressione artistica che chiunque può esercitare il diritto a inventare storie e raccontarle”.

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