TUTTO NEWS
Credits: Getty Images
16 Agosto 2023
Redazione 105
Quando è stata l'ultima volta che hai condiviso un complimento sincero o espresso gratitudine nei confronti di qualcuno? Spesso, nella frenesia della vita quotidiana, tralasciamo occasioni preziose per mostrare gentilezza agli altri. Una recente indagine condotta dalla ricercatrice Jennifer E. Abel della Harvard Business School, insieme al suo team, getta luce sulle motivazioni che ci spingono a trattenere parole gentili e su come possiamo superare tali ostacoli per creare relazioni più significative. Quali sono dunque gli atteggiamenti gentili che si fatica ed esprimere e adottare?
Uno di questi sono gli "input prosociali". Si tratta di sono gesti di gentilezza che possono includere complimenti, espressioni di gratitudine, feedback positivo o consigli utili. Anche se è ampiamente dimostrato che questi gesti migliorano il benessere sia di chi li offre che di chi li riceve, molte persone esitano a condividere tali approcci positivi.
Nel cuore dello studio, Abel e il suo team hanno esaminato il motivo per cui spesso preferiamo tacere invece di offrire gentilezza. La ricerca ha dimostrato che esistono diverse barriere mentali che ci impediscono di esprimere parole gentili, come complimenti o consigli utili, agli altri.
Uno dei fattori chiave è la tendenza a sottovalutare i benefici e sopravvalutare i costi di tali gesti prosociali. Sottovalutiamo spesso l'efficacia del nostro feedback o dei nostri complimenti, ritenendo che le informazioni siano ovvie per gli altri. Allo stesso tempo, tendiamo a sopravvalutare la possibilità che il nostro feedback possa essere percepito come eccessivamente critico, invece di essere accolto come un prezioso contributo per il miglioramento.
Il team di ricerca ha identificato quattro ragionamenti errati che spesso ci impediscono di condividere gentilezza.
Il primo è presunzione di ovvietà, cioè quando si pensa che i consigli possano essere inutili perché riteniamo che il destinatario conosca già l'informazione.
Il secondo è la falsa precisione, cioè quando ci preoccupiamo che il nostro feedback possa risultare troppo tecnico, mentre spesso la persona che lo riceve valuta il calore emotivo.
Segue l’inappropriato sociale. Emerge quando temiamo che sia socialmente inappropriato dare consigli o complimenti, ma spesso questa preoccupazione è infondata.
Infine, l’equivalenza empatica. Supponiamo che se qualcosa ci mette a disagio, lo stesso accadrà anche agli altri.
Sebbene questi fattori possano inibire l'espressione di gentilezza, il team di ricerca sottolinea che la sincerità e il calore emotivo sono chiavi per creare un impatto positivo. L'unico momento in cui le parole gentili possono avere un effetto negativo è quando sono false o motivate da intenti egoistici.