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Mads Mikkelsen: “Favino ha ragione, basta doppiare i film stranieri”
L’attore danese ha voluto dire la sua sulla querelle che ha preso il via dalle parole di Favino sull’assegnazione di ruoli italiani ad attori non italiani
Lo sfogo di Pierfrancesco Favino ha fatto decisamente parlare, non solo il web ma anche i suoi colleghi. Ricapitolando quanto successo, l’attore ha polemizzato sulla scelta di assegnare ruoli italiani ad attori non italiani. Polemica che – dopo già essere montata in occasione del film House of Gucci di Ridley Scott, dove Adam Driver e Lady Gaga avevano interpretato Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani – è ritornata in auge in questi giorni per via dell’assegnazione del ruolo di Enzo Ferrari allo stesso Driver, nel film Ferrari di Michael Mann presentato in anteprima al Festival di Venezia. Una situazione che ha dato il via ad un uso di un accento italiano così marcato da essere fastidioso.
Favino ha sostenuto come si tratti di una “appropriazione culturale” e di come attori italiani di grande livello dovrebbero interpretare i grandi del nostro passato. Invece questi ruoli sono affidati ad “attori stranieri lontani dai protagonisti reali delle storie, a cominciare dall’accento esotico”. Tempo fa ciò non sarebbe accaduto, ma ora tutto questo è sempre più frequente, danneggiando a suo dire il cinema italiano. E c’è chi gli dà ragione. Non un italiano, ma il danese Mads Mikkelsen, presente alla Mostra del Cinema di Venezia con il film Bastarden diretto da Nikolaj Arcel.
Partendo proprio dal paragone fatto con House of Gucci, ha sostenuto: “Favino ha ragione, gli americani hanno avuto molto più spazio nei film italiani che non il contrario. Anche se Favino è apparso diverse volte in film americani, non possiamo assolutamente fare un paragone. E poi nel film su Gucci, per amor di Dio, gli attori sono bravi, ma non sono italiani”. In più ha rincarato la dose: “Se in Francia, in Germania, in Italia e in Spagna smettessero di doppiare i film in tutte le lingue, questo potrebbe essere un elemento importante per affrontare il problema. Ma finché continuano a doppiare, a chi interessa quale sia la lingua, la cultura, d'origine?”.
E ancora: “Non ho mai capito perché ricorrete al doppiaggio, per me è folle. Abbiamo visto Tom Cruise interpretare un ufficiale nazista con un leggero accento tedesco e poi tornare a essere un americano in piena regola, da lì in poi. Puoi farlo in questo tipo di film, in altri invece li rende meno credibili”. Insomma, secondo lui il doppiaggio – un aspetto spesso trascurato dell’industria cinematografica italiana – elimina qualsiasi sforzo da parte di un attore per calarsi al meglio in una parte.