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Credits: Getty Images
09 Gennaio 2024
Redazione 105
“Wanderlust” è un termine tedesco che si riferisce al desiderio di viaggiare e spesso si utilizza per riferirsi a tutte quelle persone che hanno bisogno di partire regolarmente. La voglia di esplorare luoghi e culture nuove le travolge e le spinge a prenotare sempre nuovi viaggi. Alcuni la chiamano “la sindrome del vagabondo” e può avere effetti sul proprio umore: infatti, quando queste persone non hanno la possibilità di viaggiare, vengono travolte da un senso di malessere e angoscia. Ma come capire quando si soffre della sindrome del vagabondo?
Uno dei primi sintomi è la costante voglia di partire o di programmare un viaggio: non c’è bisogno di andare dall’altra parte del mondo, i vagabondi si accontentano anche di una giornata fuori porta, ma ne sentono un estremo bisogno. Secondo gli antropologi, il desiderio di spostarsi affonda le radici in tempi lontani: basta pensare che ben 70.000 anni fa gli uomini sono partiti dall’Africa per poi diffondersi in tutto il mondo.
Sulle ragioni che spingono le persone a viaggiare, gli esperti hanno affermato che potrebbero essere legate alla genetica. Secondo le ricerche, il 20% degli esemplari ha un gene legato alla curiosità e l’irrequietezza, che alimenterebbe il bisogno di esplorare. Anche una sviluppata immaginazione può contribuire all’insorgere del disturbo: chi viaggia molto con la fantasia sente spesso il bisogno di concretizzare i propri sogni nel mondo reale.
Se vi riconoscete in queste caratteristiche, non allarmatevi: la sindrome del vagabondo non è negativa, anzi. Gli esperti consigliano di coltivarla, perché la curiosità è uno prezioso strumento che ci permette di osservare il mondo attraverso una lente speciale. Inoltre, assecondare questo desiderio può donare un grande senso di felicità e appagamento.