Tutto news
Credits: Instagram @roccosiffredi_official
19 Marzo 2024
Redazione 105
Rocco Siffredi è nuovamente l’uomo del momento. Supersex, la serie ispirata alla sua vita e alla sua carriera sta riscuotendo un notevole successo. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos, l’attore si è raccontato svelando alcuni dettagli inediti della sua vita che gli spettatori ritroveranno nella fiction.
Siffredi ha sempre dichiarato che molti momenti difficili li ha superati grazie a sua moglie Rozsa Tassi, che gli è stata vicino in qualsiasi situazione. L’attore ha confessato di aver riscoperto una nuova intimità con lei da quando ha abbandonato il set. "Da quando ho abbandonato il set il sesso con Rózsa è molto più bello. Rozsa mi dice sempre: ‘Rocco come sei diverso da quando hai smesso di recitare’. Stare tutto il giorno su un set di un film porno, tornare a casa e fare il marito era mentalmente molto difficile. Non è facile per una donna aspettare a casa un marito che fa il pornoattore, mia moglie è stata davvero unica", ha sottolineato.
Un sostegno che non è mai mancato nemmeno quando Rocco ha dovuto affrontare la dipendenza dal sesso. In merito, l’attore ha rivelato: "Ne sono uscito grazie a mia moglie che è stata talmente intelligente da non farsi prendere dall'emozione e che un giorno mi ha detto semplicemente: ‘Rocco tu hai bisogno di aiuto’. Questa dipendenza è durata ben 15 anni appena vedevo una donna, ma anche un uomo o una persona transessuale non riuscivo a trattenermi, ci dovevo fare sesso. Era come se dentro di me ci fossero due personalità e una volesse farsi del male".
Siffredi, infine, ha raccontato del rapporto con la sua famiglia e di come volesse aiutarli in tutti i modi con il suo lavoro: "Con la mia famiglia ho un rapporto molto particolare. Mamma e papà sono morti e con Tommaso ormai non ci parliamo più da dieci anni. Quello che mi faceva soffrire di più era vedere mia madre sempre triste, mi faceva malissimo. Il mio unico sogno era quello di aiutarla ad uscire dalla miseria. Il porno mi ha salvato perché riusciva a non farmi pensare al dolore che provavo".