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Credits: Getty Images
18 Giugno 2024
Redazione 105
Un tempo era molto raro che la mamma lavorasse a tempo pieno, mentre il papà stesse a casa a prendersi cura dei figli. Oggi, invece, è qualcosa a cui assistiamo sempre di più. Lo dimostra il caso di Betsy Grunch, neurochirurgo e mamma, il cui marito è casalingo. Una situazione che però a lei non sta più molto bene dato che le provoca un grande senso di colpa per non essere presente nelle occasioni importanti per i figli.
Ma vediamo quali sono state le sue parole: “Sono un neurochirurgo e lavoro in media tra le 50 e le 60 ore a settimana. Ma sono anche mamma di due bambini: mio figlio ha 9 anni, mia figlia ne ha 6. Mi considero una mamma amorevole e sempre pronta a supportare. Sono alla mano, ma data la natura della mia professione e le ore che richiede, a volte mi capita di non essere presente per alcuni eventi, come le partite di baseball, e in questi casi sento di deluderli”.
All’inizio della sua carriera, non prendeva molti giorni di ferie perché temeva che potesse ripercuotersi sullo stipendio o sul lavoro, come ha ammesso: “Quando i miei figli erano piccoli non ero spesso a casa e non riuscivo a trovare un equilibrio tra le mie responsabilità. Col tempo, però, ho imparato a dare priorità a quell’equilibrio e per raggiungerlo ho cambiato alcune dinamiche, sia a casa che al lavoro, e accettato il fatto di non poter fare tutto”.
In primis ha deciso con il marito di delegargli la cura della casa e dei figli: “Io e Ray siamo una squadra. Lui fa la maggior parte delle faccende, io lavo i piatti e piego i panni. Due volte al mese assumiamo qualcuno per aiutare con le pulizie, ma tutto il resto lo fa Ray, tra cui pagare le bollette, lavoretti vari e tutto ciò che riguarda l’auto. Ci dividiamo anche le responsabilità per la cura dei figli. Io mi sveglio alle 6 e mi alleno per tre quarti d’ora, alle 7 sveglio i bambini e li porto a scuola, così posso essere in ospedale per le 7.30, mentre Ray li va a prendere, si assicura che facciano i compiti, li porta alle varie attività il pomeriggio. Cerco di essere a casa per le 17 o le 18 in modo da preparare la cena insieme e metterli a letto”.
Nel suo campo, in molti hanno cercato di metterle i bastoni tra le ruote: “Ho incontrato colleghi, insegnanti e compagni di corso che mettevano in dubbio la mia ambizione o la mia capacità di gestire sia la famiglia che il lavoro. Sicuramente è difficile e le mamme spesso finiscono per sentirsi in colpa: se passiamo troppo tempo a casa ci sentiamo in colpa perché trascuriamo la carriera, se passiamo troppo tempo al lavoro ci sentiamo in colpa come mamme. La mia professione dà tante soddisfazioni, ma è anche stressante e richiede molto sforzo, sia fisico che mentale. Inoltre, non so mai quanto ci vorrà a risolvere un caso, a volte mezz’ora, a volte otto ore. Di solito i miei figli capiscono, sanno che la mamma si prende cura di altre persone, ma a volte sono gelosi del tempo che passo a lavorare”.
Tra i tanti passi che ha fatto per trovare più tempo libero, anche quello di delegare il lavoro facendosi aiutare: “Dal 2022 ho assunto altri due medici che mi assistono in clinica e che possono visitare i pazienti, prendere appunti e prescrivere al posto mio. Chiedere aiuto è difficile, ma quando lo si fa ci si sente più liberi. Ho imparato a dare priorità alla mia salute mentale, nel corso degli anni e ad accettare che non posso avere tutto”.