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Il “fare del male” fa parte dell'uomo: la psicologia svela i motivi

Il male è palpabile. Dalle guerre alle cattiverie più sciocche, tutti ne fanno esperienza. Non si può negare che la perfidia faccia parte dell’uomo

Il “fare del male” fa parte dell'uomo: la psicologia svela i motivi

Credits: Getty Images

27 Giugno 2024

Redazione 105

Cattivi non si nasce, ma si diventa. Gli psicologi spiegano perché l’essere umano è spinto a fare del male. Cosa lo porta a muoversi con perfidia e che tipologia di personalità malvagie esistono?

A spiegarlo è lo psicologo Roy Baumeister, professore di psicologia alla Florida State University. I motivi che spingono le persone a fare del male sono molteplici. Primo fra tutti il desiderio di ricchezza e potere. In sociologia si parla di “devianza” quando si fanno azioni scorrette spinti dal desiderio di raggiungere uno status considerato giusto dalla società, ma inarrivabile per il soggetto in questione.

Altri casi si rifanno al puro godimento nel nuocere gli altri. O ancora al cosiddetto “egotismo minacciato” ovvero una reazione di cattiveria nel momento in cui viene messa in discussione la personalità di un individuo con un’autostima bassa o precaria. Anche gli ideali possono essere una valida motivazione per fare del male. La troppa convinzione nei confronti di un’idea o, ancora peggio, di un’ideologia possono spingere l’uomo ad azioni inspiegabili. Non per nulla la maggior parte dei grandi conflitti vengono proclamati, almeno di facciata, come guerre di religione.

Secondo lo psicologo Lewis Terman: “Molti conflitti violenti sono guidati da ideologie irrazionali, religiose e laiche. Quelle utopistiche sono tra le peggiori perché qualsiasi mezzo, pur deplorevole, può diventare “razionalmente” giustificabile per un fine utopistico, specie se accompagnato dalla disumanizzazione di un gruppo ritenuto ostacolo al raggiungimento della società perfetta”.

Molto spesso, inoltre, si inserisce nel discorso il tema dell’etichettamento sociale. Chi, anche solo per un caso specifico, si trova a fare un'azione cattiva viene subito riconosciuto dalla società come soggetto deviante e quindi, di conseguenza, si sente più giustificato nel compiere nuovamenti certi comportamenti.


Gli psicologi distinguono tre tipologie di personalità malvagie. In primo luogo il narcisista egoista e dominante. Il machiavellico, cinico e manipolatore che si nasconde dietro una maschera di benevolenza. E infine lo psicopatico che raggira le persone senza provare un minimo rimorso.

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