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Credits: Getty Images
22 Agosto 2024
Redazione 105
Il corpo cambia nel corso degli anni e così anche il cervello in risposta alle esperienze di vita vissuta e agli stimoli che provengono dall’esterno. Questo permette al nostro cervello di reagire anche all’invecchiamento o in seguito a malattie neurodegenerative, psichiatriche o dopo l’ictus.
“Il potere plastico del cervello ci permette di imparare qualcosa di nuovo, acquisire informazioni e adeguarsi all’ambiente circostante. Può essere “adattativo”, quando è in grado di contrastare almeno in parte il danno iniziale subito da una struttura del cervello, come ad esempio i sintomi del Parkinson o della Sclerosi Multipla. Al contrario può essere “maladattativo”, quando non è in grado di realizzare una compensazione adeguata”, spiega il Professor Fabrizio Esposito, ordinario di Bioingegneria dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli. Poi aggiunge “il cervello funziona come un'orchestra e forma dei gruppi che “suonano” insieme e per “suonare” bene devono sincronizzarsi”.
In Italia sono stati finanziati, con 115 milioni di euro, più di 200 progetti che coinvolgono 500 scienziati, ricercatori medici, biologi, bioingegneri e informatici. L’obiettivo del progetto è comprendere i misteri del cervello e sviluppare trattamenti personalizzati per le malattie neurologiche e mentali, tramite la medicina di precisione.
Ora, per la prima volta, sono riusciti a sviluppare il cervello virtuale, ovvero rappresentazioni digitali multiscala dei neuroni, dei microcircuiti e delle reti neurali fino all’intero cervello, attraverso dati di risonanza magnetica che consentono di mappare le sue aree funzionali del cervello. “Questi avatar digitali consentono di studiare in dettaglio le funzioni cerebrali che emergono nel corso di patologie del sistema nervoso” ha spiegato il Professor Egidio D’Angelo, ordinario di Fisiologia all’Università di Pavia.