Tutto News
Giorgio Armani sul suo futuro: “Altri due o tre anni poi mi ritiro”
Oggi porta un anello all’anulare sinistro di Leo Dell’Orco: “Per me ha un valore inestimabile, è un simbolo dell’amore e del tempo che abbiamo passato insieme”
In un’intervista sul Corriere della Sera, Giorgio Armani si è raccontato alla vigilia della grande sfilata a New York dove presenterà la collezione Primavera/Estate 2025. Dopo un’infanzia difficile segnata dalla guerra e dal rifugiarsi in una cantina quando suonava l’allarme per i bombardamenti anche se “sarebbe bastato un soffio e la casa sarebbe crollata”, nel 1947 si trasferì a Milano dove iniziò la sua carriera. Il merito va anche all’amico e poi compagno Sergio Galeotti, conosciuto un giorno alla Capannina di Forte dei Marmi, che lo convinse a creare un suo marchio: “Allora il mondo della moda a Milano era gestito da persone un po’ adulte. Io ero giovane, avevo stimoli diversi. Sergio mi diede coraggio e fiducia, vide in me un potenziale che forse neanche io avevo realizzato”.
Una Milano che oggi è cambiata, ma a volte non in meglio: “Mi piace come la stanno rimettendo a posto, ma non mi piace la gente che ci gira. Gettano in terra una signora per rubarle la borsa, mettono sotto una bambina con la bicicletta… Non c’è più l’umanità di un tempo”. Armani per il capoluogo lombardo ha fatto tanto, dimostrando tutto il suo attaccamento durante la Pandemia. Nel Natale 2020 in città comparve una serie di cartelloni con la scritta: “Io ci sono per Milano, con i milanesi, con sentimento”. Una vera e propria dichiarazione d’amore.
Nel corso dell’intervista c’è anche spazio per le confidenze riguardo la vita privata, parlando di nuovo di Sergio Galeotti, scomparso nel 1985 per le complicazioni legate all’Aids: “Con lui morì anche una parte di me”. L’azienda allora era nel massimo dell’espansione e Armani scelse di non aprire la società a nessun altro, deciso a dimostrare di potercela fare da solo. Tornando ad oggi, Re Giorgio ha confessato di avere il rimpianto di non aver avuto figli: “La mancanza dei figli è un vuoto che sento profondamente”.
Parole di affetto le riserva per Leo Dell’Orco, di cui porta un anello all’anulare sinistro salvato durante un incendio che coinvolse la sua villa a Pantelleria. “Per me ha un valore inestimabile, è un simbolo dell’amore e del tempo che abbiamo passato insieme. Rappresenta la persona a me più vicina”. Quanto al futuro dell’azienda: “Due o tre anni come responsabile dell’azienda me li posso ancora concedere, di più no, sarebbe negativo…Non potrebbero essere di più perché non ci dormo la notte. Non conosco più il sonno profondo e sereno di un tempo. Ho costruito una specie di struttura, di progetto, di protocollo che dovrebbe essere seguito da chi verrà dopo di me in questa avventura”. E Dell’Orco, insieme alla nipote Silvana, sembrerebbe farne parte.