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La vedova di Hugh Hefner rivela la tecnica di seduzione del marito

Alla fine era arrivata a preferire il sesso di gruppo, piuttosto che avere questo tipo di rapporti solo con lui

La vedova di Hugh Hefner rivela la tecnica di seduzione del marito

Credits: Getty Images

14 Novembre 2024

Redazione 105

Crystal Hefner, ultima moglie di Hugh Hefner, ha rivelato dettagli intimi e sorprendenti sulla vita privata del fondatore di Playboy nel suo libro di memorie Only Say Good Things. Crystal, che ha condiviso la sua vita con Hefner dal 2012 fino alla sua morte nel 2017, non dà un’ottima immagine del marito in quanto a seduttore. Racconta infatti di un uomo “robotico” nei rapporti intimi e privo di autenticità. Secondo Crystal, Hefner seguiva sempre una “sequenza di eventi ben collaudata e ben sperimentata che ogni volta andava esattamente nello stesso modo”, senza variazioni.

Ha inoltre spiegato come prendesse alcune delle ragazze dalla festa e le portasse su, per far indossare loro l’uniforme da lavoro: un pigiama da seta. Nel libro, Crystal descrive anche dettagliatamente il “metodo di seduzione in cinque fasi” che suo marito seguiva alla lettera: “L’abbassamento delle luci. La musica. Il porno. Passare l’erba. E poi il sesso”. Questa routine era sempre la stessa, ripetuta con precisione in ogni occasione. 

Una ciclicità che, ovviamente, non le ha mai dato grande eccitazione. Ha infatti ammesso di non trovare nulla di “sexy” in quel rituale e di provare, in effetti, poca soddisfazione nei momenti intimi trascorsi con Hefner. Ha constatato: “Hef semplicemente ripeteva qualcosa che un tempo era stato divertente e sexy, o forse non lo era mai stato”. Un comportamento che l’aveva portata a preferire il sesso di gruppo, cosa normale per Hefner, piuttosto che avere rapporti solo con lui.

L’ex modella ha inoltre aggiunto che, nel tempo, Hefner era divenuto completamente dipendente da musica e farmaci per mantenere i rapporti a causa della sua età avanzata, tanto che la canzone Dress You Up di Madonna divenne parte del rituale. Un brano che veniva usato come una sorta di sottofondo per evitare che altre canzoni venissero associate a quelle esperienze e “nessun’altra musica venisse contaminata da questo posto”. 

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