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Ristorante di sushi replica alle critiche: “Il tonno era da buttare”
“Alle origini del gesto dei vicini potrebbero esserci motivi di razzismo: anni fa, sempre da quei piani, ci avevano lanciato dei petardi”
Il mondo dei social può essere un’arma a doppio taglio, come dimostra la vicenda del ristorante giapponese Yoshi di Bologna. Questo locale rinomato, premiato con il Traveller’s Choice 2023 e menzionato dal Gambero Rosso, si è trovato al centro di una bufera mediatica per un video pubblicato su Instagram il 24 novembre scorso. Il filmato, condiviso dalla pagina “Welcome to Bolognina” con la sarcastica didascalia “Street food”, mostra parte del personale intento a pulire un pesce in un cortile esterno, suscitando indignazione e provocando un calo drammatico della clientela, che ha raggiunto picchi del 40% in meno.
Secondo Sergio Xia, uno dei gestori del locale, il video non racconta tutta la verità. “Ci siamo accorti subito che quel tonno aveva qualcosa che non andava, non era di buona qualità e conteneva ancora le interiora, cosa che solitamente non avviene. Quel video mostra solo la prima parte dello smaltimento” ha spiegato Xia. Il tonno, proveniente dal Sud Italia, avrebbe affrontato un lungo viaggio con i fornitori, arrivando in condizioni inadeguate. "L’odore era cattivo, occorreva buttare via il tonno. Ma farlo in modo integrale era impossibile, dovevamo sfilacciarlo. Non era mai accaduto prima. Così siamo andati fuori per sciacquarlo e procedere poi allo smaltimento all’interno del locale".
Il video, ripreso presumibilmente da un condomino di un edificio vicino, ha raggiunto tre milioni di visualizzazioni in poche ore, scatenando un’ondata di indignazione e recensioni negative online. La sera stessa della pubblicazione, molte prenotazioni sono state cancellate. Xia ha precisato che si è trattato di un evento eccezionale: "Noi tagliamo sempre tutto il pesce dentro il ristorante. Quello è stato davvero un caso unico, in quanto si trattava di cibo assolutamente inutilizzabile. I vicini hanno ripreso solo una parte e non si sono preoccupati di chiederci chiarimenti".
Il gestore sospetta che dietro il video possano celarsi motivazioni discriminatorie. "Non abbiamo prove, ma alle origini del gesto dei vicini potrebbero esserci motivi di razzismo: anni fa, sempre da quei piani, ci avevano lanciato dei petardi", ha dichiarato Xia. Nel frattempo, la clientela è limitata ai più fedeli, ma il danno d’immagine persiste. "Speriamo finisca questo bullismo social e si capisca che dietro non c’è nulla di vero".