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ChatGPT per analizzare una poesia di D’Annunzio: prof mette loro 4

Redazione 105

Inevitabile chiedersi quale sia il giusto equilibrio tra l’utilizzo degli strumenti moderni e il mantenimento dell’autonomia intellettuale degli studenti

La vicenda che ha coinvolto una professoressa in una scuola del Trentino Alto Adige sta sollevando un acceso dibattito sulla commistione tra l’intelligenza artificiale e l’istruzione. Un gruppo di studenti che aveva utilizzato ChatGPT per l’analisi di una poesia di Gabriele D’Annunzio, infatti, si è visto assegnare un’insufficienza grave: un 4

La docente ha giustificato questa decisione come un modo per promuovere l’uso responsabile dell’intelligenza artificiale nelle aule scolastiche, sottolineando l’importanza dell’autonomia intellettuale degli studenti. Sebbene l’IA possa essere uno strumento potente, a suo dire la sua applicazione in ambito scolastico va limitata per evitare che diventi una scorciatoia che priva gli studenti del necessario impegno.

L’assessore provinciale all’Istruzione, Francesca Gerosa, ha appoggiato pienamente la decisione della professoressa. In un’intervista al quotidiano Il 7 ha affermato: “ChatGpt non deve essere una scorciatoia. Sono d’accordo con quella professoressa che ha messo 4 agli studenti che hanno utilizzato ChatGpt per l’analisi del testo della poesia di Gabriele D’Annunzio. Dobbiamo lavorare a una cultura dell’onestà, dell’integrità e dell’importanza della propria cultura personale”. Gerosa ha poi evidenziato come sia fondamentale insegnare agli studenti il valore del pensiero critico e della riflessione autonoma.

Secondo l’assessore, sebbene l’uso dell’intelligenza artificiale sia utile e possa facilitare l’apprendimento, è importante che le modalità di valutazione evolvano di pari passo con i cambiamenti tecnologici. Per evitare l’abuso di strumenti come ChatGPT, Gerosa suggerisce di ripensare le verifiche scolastiche, introducendo metodi che mettano al centro le capacità analitiche e il pensiero critico. “Dobbiamo pensare a nuovi tipi di verifiche o temi che mettano al centro il pensiero critico e l’applicazione di conoscenze trasversali che non possono trovare risposta nell’intelligenza artificiale” ha sostenuto, spingendo per una scuola che formi le future generazioni a saper utilizzare la tecnologia in modo consapevole e riflessivo, piuttosto che come una via facile per evitare il confronto con la cultura e la conoscenza.

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