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Lavora 13 h su 24, chiede ferie e viene minacciata: la vendetta epica
Dopo mesi di straordinari non pagati, una dipendente chiede ferie e il capo la minaccia di licenziarla. Al ritorno, trova due sostituti e un finale inaspettato
Per mesi ha lavorato fino a 13 ore al giorno, gestendo un carico di lavoro impossibile dopo l’addio di diversi colleghi. Ma quando ha finalmente chiesto le ferie pagate che le spettavano, il suo capo ha reagito con una minaccia di licenziamento.
La dipendente, esausta, ha deciso di non cedere al ricatto e si è presa le tre settimane di ferie accumulate. Al suo ritorno, però, la sorpresa: aveva due sostituti al suo posto.
Raccontando la sua storia su Reddit, la donna ha spiegato di aver iniziato quel lavoro da giovanissima, imparando tutto sul campo. Il team, inizialmente composto da tre persone, si era ridotto drasticamente, lasciandola sola a gestire tutte le responsabilità senza un aumento di stipendio né aiuti extra.
Nonostante le ripetute richieste di assumere nuovi dipendenti, il capo aveva sempre risposto con un secco "Non abbiamo budget". Ma quando lei è andata in ferie, all’improvviso il budget è comparso: due nuove persone erano state assunte per sostituirla. Al ritorno in ufficio, le è stato detto che avrebbe dovuto formare i suoi sostituti per due mesi prima di lasciare il lavoro.
A quel punto ha deciso di vendicarsi in modo sottile ma efficace: ha insegnato ai nuovi arrivati solo lo stretto necessario, evitando di trasferire tutta la sua esperienza. Quando il capo ha capito la situazione, l’ha licenziata su due piedi.
Pochi giorni dopo, il telefono ha squillato: la manager, in preda al panico, l’ha chiamata per dirle che il licenziamento era stato uno scherzo e che volevano riassumerla. La sua risposta? Ha chiesto il triplo dello stipendio. La manager, furiosa, le ha attaccato il telefono in faccia.
Dopo qualche mese, un ex collega le ha raccontato che la situazione in ufficio era disastrosa: i suoi sostituti non erano riusciti a gestire il lavoro e la manager era in crisi totale.
Una perfetta dimostrazione che, a volte, trattare male i dipendenti può costare molto più di uno stipendio equo.