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Com’è l’orgasmo per l’intelligenza artificiale? Le prime immagini
Anche l’IA può avere un ruolo nel ridefinire il nostro rapporto con il corpo e il desiderio
Che succede quando la sessualità incontra l’intelligenza artificiale? Nasce un progetto sorprendente, in grado di trasformare un’esperienza intima in un’esplosione visiva. È quello che ha fatto Lovehoney, noto brand di sex toys, creando una serie di immagini generate dall’Ia per rappresentare l’orgasmo femminile e maschile. Un modo nuovo e provocatorio per esplorare il piacere, scardinando i tradizionali stereotipi di genere.
Forme, sensazioni e battiti del piacere
Alla base del progetto ci sono dati biometrici reali. Dieci volontari, divisi equamente tra uomini e donne, hanno indossato sensori ECG durante la masturbazione, utilizzando rispettivamente il Womanizer Pleasure Air e il masturbatore Arcwave. Ogni accelerazione del battito cardiaco, ogni micro variazione fisiologica è stata tracciata e poi elaborata grazie all’uso di JavaScript e strumenti di data visualization. Il risultato? Una serie di immagini astratte, cariche di colori intensi e forme dinamiche, che traducono in arte visiva l’apice del piacere umano.
Un’esplorazione oltre i cliché
Ciò che rende questo esperimento particolarmente interessante è la sua capacità di sovvertire gli stereotipi. Se siamo abituati a immaginare l’orgasmo femminile come un delicato fiore e quello maschile come un’esplosione vulcanica, l’intelligenza artificiale ha restituito visioni ben più complesse e sfaccettate. Il progetto ha dimostrato che le esperienze sessuali non possono essere incasellate in rappresentazioni rigide o immagini di genere, ma sono uniche e irripetibili come un’impronta digitale.
Il sesso nel metaverso: tra dati e desiderio
L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto di Lovehoney per creare uno spazio dedicato al benessere sessuale nel Metaverso. L’obiettivo non è solo sorprendere, ma anche educare e sensibilizzare: mostrare che il piacere ha molte forme e che nessuna è più valida di un’altra. Gli sviluppatori Vika Shcherbak e Noam Rubin hanno così trasformato un dato fisiologico in un’opera d’arte digitale, capace di far riflettere sul modo in cui percepiamo e raccontiamo la sessualità.