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09 Luglio 2025
Redazione 105
Lino Banfi compie 89 anni e si prepara a festeggiare con lo stile che lo ha sempre contraddistinto: quello dell’ironia pungente e dell’autoironia intelligente. Alla soglia dei 90 anni, che affronterà “con un po’ di paura”, Banfi si racconta in un’intervista al Corriere della Sera che ripercorre la sua vita artistica e personale. Subito ammette: “La mia paura è la notte del nuovo compleanno, perché entro nei 90 anni e, infatti, la paura fa 90!”.
Il titolo dello spettacolo teatrale che porterà a settembre al Todi Festival è Passaggi a livello, un riferimento diretto e scherzoso all’età. “Sono quelli che agli uomini, a una certa età, non si alzano più” dice con una delle sue celebri battute. Ma dietro le risate, Banfi rivela anche la voglia di mettersi ancora in gioco: sta infatti lavorando a un film natalizio, Oi vita, oi vita mia!, insieme a Pio e Amedeo. “Sono ai tempi supplementari, posso fare ancora qualche rigore”, confessa ridendo.
Il percorso di Banfi ha inizio nei teatri di provincia, tra imitazioni di Louis Armstrong e Nat King Cole, quando per calarsi nei personaggi si infilava una calza di nylon in testa. Uno degli incontri decisivi fu con Totò, che lo accolse grazie a una lettera di raccomandazione in cui si leggeva: “È un bravo ragazzo, sa distinguere i congiuntivi dai condizionali e non tocca i culi alle soubrette”. Fu proprio il Principe della risata a suggerirgli di tenere il nome Lino e cambiarne il cognome, da lì nacque “Banfi”.
La strada verso il successo fu tutt’altro che facile. In gioventù ha vissuto notti sui marciapiedi delle stazioni e ha rifiutato di unirsi a una banda di ladri che lo voleva come palo: “Dovevo fischiare ‘O sole mio’ se arrivava la polizia, ma dalla paura non riuscivo a fischiare e mi cacciarono”. Tentò anche la via “alternativa” del commercio: “Vendevo rolex falsi”.
Prima della recitazione, Banfi sognava la medicina. Un sogno mai sopito che lo ha portato ad assistere il ginecologo alla nascita dei nipoti. “Il 13 dicembre scorso, avrei voluto assistere anche Virginia nel mettere al mondo Matilde, mia pronipote, ma non mi hanno fatto entrare in sala parto. Data la mia età, i medici con garbo mi hanno detto: signor Banfi, lasciamo perdere”.
Lucia è stata l’anima gemella, il sostegno nei momenti difficili. Quando Lino voleva mollare tutto, lei lo spinse a continuare. “Avevo deciso di abbandonare il mestiere d’attore... Ma proprio Lucia mi disse che non avrebbe sopportato l’idea di un marito infelice. E aggiunse: i debiti ce li abbiamo, ce li avremo, tu continua a fare l’artista”.
E anche nella gelosia, Lucia sapeva mantenere la sua ironia tagliente. “Quando ho girato quella scena, c’era tutta la troupe di quaranta persone che guardavano!” le diceva Lino riferendosi a scene un po’ spinte. Ma lei replicava, “Sì, loro guardavano, ma tu... toccavi”.