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Credits: Instagram @brunobarbieri e Getty Images
28 Luglio 2025
Redazione 105
La vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon 2025 ha lasciato il segno non solo nella storia del tennis, ma anche nel mondo della gastronomia. A celebrare l’impresa ci ha pensato lo chef stellato Bruno Barbieri, che ha mantenuto la promessa fatta mesi prima. Del resto: “Ogni promessa è debito”. Barbieri, tifoso affezionato del campione altoatesino (che ha seguito con una vistosa parrucca arancione), ha voluto dedicare a Jannik un piatto simbolico, unendo passione sportiva e arte culinaria.
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Nel presentare la sua creazione, Barbieri si rivolge direttamente a Sinner: “Innanzitutto, Jannik, guarda che questa non è solo una ricetta. È una partita giocata insieme, ma in cucina”. Lo chef sottolinea le affinità tra i due mondi: “La cucina e il tennis si somigliano un sacco. C’è ritmo, concentrazione, divertimento. E poi c’è quel momento che decide tutto – la pallina che danza sul nastro, e cade… da una parte o dall’altra”. Conclude con parole che sembrano il ritratto perfetto del campione: “Tu sei uno che quel cuore ce l’ha, l’abbiam visto!”.
La ricetta pensata da Barbieri è un concentrato di eleganza, tecnica e personalità. Gli ingredienti scelti raccontano tanto dello stile di Sinner quanto della filosofia dello chef: soufflé di carote, brunoise di frutta e verdura acerba marinata all’olio di vinaccioli e aceto di lamponi, caviale Beluga, uova di salmone, tzatziky e uno shot di estratti vegetali. Una combinazione raffinata, pensata per evocare equilibrio e intensità. “Mi piace pensare che in fondo tu giochi come si cucina un soufflé: con attenzione, umiltà, calma, ma con un’intensità che lascia il segno”.
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Barbieri non dimentica il grande avversario della finale, Carlos Alcaraz, inserendo nel piatto un ingrediente dedicato anche a lui. Il dettaglio? Forse proprio il caviale “perché un Re, per diventarlo davvero, ha bisogno anche di grandi avversari”. E conclude con un riconoscimento sportivo fuori dal campo: “Un piccolo omaggio anche a lui – perché il numero uno non si diventa da soli, si cresce giocando con i migliori”. Un piatto, un match e due campioni: anche la cucina diventa così teatro di una sfida epica.