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Fidanzate AI: quando i mariti si legano emotivamente ai chatbot

Uomini sposati sempre più spesso si rifugiano in relazioni con partner virtuali: ecco perchè e cosa avverte una sociologa

Fidanzate AI: quando i mariti si legano emotivamente ai chatbot

Credits: Getty Images

30 Luglio 2025

Redazione 105

Sherry Turkle, sociologa e docente al MIT, da anni osserva con attenzione come gli uomini sposati interagiscono con fidanzate virtuali create da intelligenze artificiali.

Già negli anni ’90 aveva indagato i legami affettivi che le persone sviluppavano con giocattoli elettronici come Tamagotchi e Furby. I chatbot romantici di oggi, però, sono ben lontani da quei semplici dispositivi: simulano conversazioni umane realistiche.

 

La ricerca

L’osservazione di Turkle si è incentrata su come i legami emotivi che si instaurano con le intelligenze artificiali pongano questioni complesse, sia dal punto di vista psicologico che sociale, offrendo intimità senza le richieste emotive che comportano le relazioni reali.

Uno dei casi analizzati racconta di un uomo che, pur amando sua moglie, ha iniziato a confidarsi con una compagna virtuale. Non sentendosi più visto ed ascoltato, a causa della presenza dei figli, ha trovato in quel dialogo simulato una forma di sollievo e presenza. 

Questo tipo di interazione evidenzia come la tecnologia possa creare un’illusione di intimità, spingendo le persone a sviluppare attaccamenti emotivi profondi con entità non umane.

Tuttavia, come affermato dalla sociologa in un’intervista con NPR, c’è un problema: “Quando cerchiamo relazioni senza vulnerabilità, dimentichiamo che è proprio nella vulnerabilità che nasce l’empatia. Questa è un’empatia finta, perché la macchina non prova sentimenti. Non si preoccupa realmente di te”. Pertanto avverte, anche se possono sembrare meno stressanti, bisogna ricordarsi che i chatbot non sono persone.

 

Gli avvertimenti

Queste ricerche hanno evidenziato un crescente affidamento sull'intelligenza artificiale per colmare bisogni emotivi, sollevando importanti dubbi etici e psicologici, tra cui il rischio che sempre più persone preferiscano i chatbot alle relazioni umane, rifugiandosi in interazioni artificiali più semplici ma meno autentiche. Ciò può portare a isolamento, dipendenza tecnologica e perdita di abilità sociali

Un’altra preoccupazione è legata invece alla privacy e alla sicurezza dei dati personali condivisi con l’IA.

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