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20 Agosto 2025
Redazione 105
Durante un viaggio in aereo, la cura dell'igiene personale è fondamentale, specialmente dopo aver utilizzato i bagni di bordo. Tuttavia, lavarsi le mani con l’acqua del rubinetto presente sugli aerei potrebbe non essere così sicuro come si pensa. Un esperto del settore ha infatti svelato un motivo piuttosto inquietante: l’acqua a bordo potrebbe contenere batteri potenzialmente pericolosi.
Jason Tetro, microbiologo noto per la divulgazione scientifica, spiega che i serbatoi d’acqua degli aerei non sono ambienti sterili. Questi serbatoi possono diventare un habitat per diversi batteri, inclusi quelli coliformi fecali come l’E. coli, noti per essere patogeni. Il problema non è nuovo: già da oltre vent’anni si registrano segnalazioni di contaminazioni in questi sistemi d’acqua.
L’acqua a bordo viene caricata tramite camion cisterna che la prelevano dagli aeroporti e la trasferiscono agli aeromobili. Attraverso un sistema di tubi collegati alla fusoliera, l’acqua arriva ai serbatoi di bordo. Secondo le normative della Environmental Protection Agency (EPA), questi serbatoi devono essere puliti solo quattro volte all’anno. Questa frequenza di manutenzione piuttosto ridotta permette la formazione di residui e la proliferazione di batteri nel tempo.
Gli esperti non sono unanimi sul comportamento migliore da adottare. L’assistente di volo Cecily Anderson suggerisce di evitare il contatto diretto con l’acqua di bordo e consiglia l’uso di gel igienizzanti o salviettine. D’altro canto, Tetro ammette che lavarsi le mani può essere accettabile, purché si asciughino bene subito dopo per ridurre il rischio di contaminazione. Bisogna però tenere a mente che i comuni disinfettanti alcolici non sono efficaci contro tutti i patogeni, come il norovirus o il Clostridium difficile.
La contaminazione non riguarda solo l’acqua, ma anche le superfici dell’ambiente aeroportuale. Un esperimento su TikTok ha dimostrato la presenza di batteri della pelle sulle sedute dell’aeroporto LaGuardia di New York, confermando che gli spazi di viaggio sono veri e propri concentrati di microrganismi.