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Credits: Getty Images
08 Settembre 2025
Redazione 105
Tra le ultime abitudini più discusse della GenZ c’è quella del “bed rotting”, ovvero “marcire a letto”. Il fenomeno, che per alcuni è necessario contro lo stress e l'iper connessione, mentre per altri un segnale di isolamento e inattività, ha conquistato in poco tempo i social.
Il “bed rotting” consiste nel restare a letto anche per diverse ore, o anche per un'intera giornata, dedicandosi ad attività leggere, come guardare la tv, scorrere Instagram o TikTok, mangiare snack ed isolarsi dal mondo. Per questo motivo si tratta di un comportamento che viene praticato per lo più nel weekend, quando si cerca una pausa dal lavoro o dalla scuola prima di ritornarci il lunedì.
Al contrario di quanto si pensa, gli esperti rivelano che il "bed rotting” non è sempre una pratica negativa. Anzi, può rappresentare una strategia efficace per recuperare da stress, esaurimento e stanchezza. Concedersi una giornata "off" dal mondo esterno permette di dedicare tempo a sé stessi e a passioni spesso trascurate, come leggere un libro o guardare un film, senza sentirsi in colpa.
Se però si trasforma in una routine, può portare alla perdita di produttività, all'accumulo di impegni, all’aumento dell'ansia e a un profondo senso di colpa. La pratica, inoltre, può alterare il ritmo circadiano, compromettendo la qualità del sonno e creando difficoltà nella vita quotidiana, sia a livello lavorativo che personale. Nei casi più gravi, il bisogno compulsivo di rifugiarsi a letto può essere un sintomo di problemi emotivi o depressione.
Gli specialisti del sonno avvertono che il letto dovrebbe essere un luogo dedicato solo al riposo e all'intimità. Quando lo usiamo per altre attività, come guardare la TV o stare al telefono per ore, il nostro cervello smette di associarlo al sonno, aumentando il rischio di insonnia e peggiorando la qualità del riposo.
@chrissie_at_home Mondays, you feel me? #cozyathome #cozyaesthetic #bedrotting ♬ original sound - Sierra