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credits: Getty Images
24 Settembre 2025
Redazione 105
Claudia Cardinale, scomparsa all’età di 87 anni, lascia un’eredità cinematografica straordinaria. Nata a Tunisi da famiglia siciliana, ha saputo combinare due culture e due lingue, diventando una delle attrici più riconoscibili al mondo. La sua carriera ha attraversato decenni e generi diversi, dalla commedia italiana al melodramma, dal western al cinema d’autore, lavorando con registi del calibro di Luchino Visconti, Federico Fellini e Sergio Leone.
L’esordio arriva con I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958), dove interpreta Carmelina, sorella protetta da un fratello geloso. La freschezza del suo volto e la capacità di emozionare segnano subito il talento di una giovane attrice destinata a grandi ruoli. Nel 1960, in Il bell’Antonio di Mauro Bolognini, Cardinale interpreta Barbara Puglisi, giovane sposa alle prese con un matrimonio complesso, dimostrando subito la sua intensità drammatica.
Negli anni Sessanta, Claudia Cardinale dà prova del suo talento in ruoli sempre più complessi. In La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini (1961), interpreta Aida, donna siciliana divisa tra speranza e delusione, mentre in La ragazza di Bube di Luigi Comencini (1963) è Mara, fidanzata fedele di un ex partigiano, ruolo che le vale il Nastro d’Argento come migliore attrice protagonista.
In 8½ (1963) di Fellini, Cardinale appare come una presenza breve ma folgorante, simbolo di armonia in un mondo di nevrosi. Nel celebre Il Gattopardo di Visconti (1963), interpreta Angelica Sedara, accanto a Burt Lancaster e Alain Delon, diventando parte di una delle immagini più iconiche della storia del cinema.
Con C’era una volta il West di Sergio Leone (1968), Claudia è Jill McBain, figura femminile centrale in un western dominato da uomini, mentre in Vaghe stelle dell’Orsa… di Visconti affronta temi di memoria e colpa. In Il giorno della civetta (1968) di Damiano Damiani, porta sullo schermo la mafia siciliana, e in La pelle di Liliana Cavani (1981) interpreta una principessa nel contesto drammatico della Napoli del 1944, dimostrando coraggio e capacità di affrontare temi spigolosi.
Cardinale non è mai stata rinchiusa in un solo ruolo: è stata principessa e donna indomita, ragazza di provincia e icona internazionale, musa di grandi registi e interprete di film civili e politici. La sua carriera di oltre 150 titoli racconta la forza di un’attrice senza etichette, capace di attraversare generi e decenni con lo stesso fascino e la stessa intensità.
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