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Miriam Leone: “Fatichiamo a parlare di maternità, veniamo giudicate”
Dal set de "Le cose non dette" alla vita privata: l'attrice racconta la fatica di essere madre e la scelta di non avere segreti in coppia
A quarant’anni compiuti, Miriam Leone attraversa una fase di piena maturità personale e professionale. È impegnata sul set del suo ventesimo film, debutta con Gabriele Muccino e allo stesso tempo vive una maternità intensa, concreta, mai edulcorata. La chiamata per Le cose non dette arriva in un momento delicato, mentre il figlio Orlando è ancora molto piccolo e il confine tra lavoro e vita privata è più fragile che mai. Nonostante il desiderio, quasi ironico, che la sceneggiatura non la convincesse, il progetto si rivela impossibile da rifiutare.
“Le cose non dette”: Miriam Leone e il desiderio negato nel nuovo film
In Le cose non dette, Leone interpreta una giornalista alle prese con un desiderio di maternità che non trova risposta. Una donna brillante, innamorata del proprio lavoro e del marito, ma progressivamente schiacciata da ciò che il corpo non concede. Come ha spiegato in un’intervista a Vanity Fair: “È un tema a me molto vicino: alcune delle mie più care amiche hanno attraversato questi calvari, ad alcune è andata come speravano ad altre purtroppo no”.
Maternità e il tabù della maternità: "Veniamo giudicate”
Il film diventa anche un’occasione per riflettere su un nodo ancora irrisolto. “Sì, è ancora un grande tabù, perché per tante è una colpa. Ma è un tabù anche la maternità voluta o non voluta”. Leone sottolinea quanto sia difficile parlarne senza sentirsi osservate o giudicate: “Fatichiamo a parlarne perché veniamo giudicate”. Anche lei, pur sostenuta, ha percepito certe resistenze: “Nel mio ambiente sono stata sostenuta da persone illuminate, però mi è pure stato detto: ‘Guarda che non sei l’unica che fa la mamma’”.
Vita privata e carriera: il rapporto con il marito Paolo Carullo
Conciliare set e maternità richiede una vera acrobazia emotiva e pratica. “Livello di difficoltà: una contorsionista del Cirque du Soleil che cammina pure su un filo sospeso”. Leone racconta notti brevissime, viaggi continui e una rete familiare fondamentale. Il marito Paolo Carullo è una presenza costante: “Paolo (Carullo, ndr) è un papà molto presente, ci dividiamo compiti e responsabilità”.
Sui rapporti di coppia è netta: “I segreti nell’intimità possono diventare una prigione pericolosa”. La vera svolta personale arriva però con l’analisi, che le ha permesso di riconoscere la forza delle proprie fragilità. “Adesso sono un grande motore, è come avere il vento nelle vele. Ricordo che dopo la prima seduta sono tornata a casa e mi sono svegliata l’indomani mattina con un raffreddore che mi è durato dieci giorni: avevo aperto il rubinetto e si era stappato persino il mio corpo”. Una consapevolezza che oggi guida le sue scelte, dentro e fuori dal set.