Tutto News
Credits: YouTube @Andrea Bocelli
23 Dicembre 2025
Redazione 105
Tu scendi dalle stelle rappresenta uno dei brani più amati della tradizione natalizia italiana. Composto nel XVIII secolo da Sant'Alfonso Maria de’ Liguori, nasce come rielaborazione del precedente canto in dialetto napoletano Quanno nascette Ninno. In quel periodo il santo trascorse diversi anni tra missioni, predicazioni e soggiorni in vari conventi della Campania e della Puglia, trovando ispirazione nella vita semplice delle comunità che incontrava. Il canto, pubblicato in seguito nelle Operette Spirituali, si diffuse rapidamente grazie alla sua struttura poetica ricca ma accessibile, diventando un simbolo condiviso della spiritualità popolare.
Il testo di questo celebre canto è formato da strofe con uno schema metrico complesso, frutto dell’attenzione che Sant'Alfonso dedicava alla musicalità dei suoi versi. L’alternanza tra endecasillabi, ottonari e quinari conferisce al brano un ritmo dolce e meditativo, perfetto per accompagnare funzioni religiose e momenti di preghiera domestica. Le numerose varianti sorte nel corso del tempo testimoniano l’ampia diffusione del canto e l'intervento sia dell’autore sia della tradizione orale, che ha contribuito a plasmarne i dettagli senza alterarne l’essenza.
Il cuore del canto risiede nella rappresentazione della nascita di Gesù in un ambiente di estrema semplicità. Il Bambino appare sulla scena non come un re potente, ma come una creatura fragile, avvolta nel freddo della notte e priva di ogni conforto. Questo elemento sottolinea il tema centrale del brano: l’umiltà dell’Incarnazione. Dio sceglie di farsi uomo nelle condizioni più povere, offrendo all’umanità un messaggio potente di amore e vicinanza.
Il significato spirituale del canto mette in luce il contrasto tra l’infinita grandezza divina e la realtà terrena in cui Gesù viene accolto. L’immagine del Bambino che “trema al gelo” diventa simbolo del sacrificio e della misericordia divine. Allo stesso tempo, il canto invita l’ascoltatore a una risposta personale: ricambiare l’amore di Dio attraverso la devozione, la gratitudine e la riscoperta della fede.
Con il passare dei secoli, Tu scendi dalle stelle è divenuto un elemento irrinunciabile delle celebrazioni natalizie italiane. Eseguito nelle chiese, nelle case e nelle piazze, accompagna l’atmosfera del periodo festivo evocando un senso di intimità e tradizione. La sua melodia, spesso associata al suono della zampogna, richiama le antiche pastorali e lega il brano alle radici culturali del Sud Italia, contribuendo alla sua straordinaria longevità.
Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino,
io ti vedo qui tremar;
o Dio beato!
Ahi quanto ti costò l’avermi amato!
ahi quanto ti costò l’avermi amato!
A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e foco, o mio Signore,
mancano panni e foco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto,
quanto questa povertà
più m’innamora,
giacché ti fece amor povero ancora,
giacché ti fece amor povero ancora.
Tu lasci il bel gioir del divin seno,
per venire a penar su questo fieno,
per venire a penar su questo fieno.
Dolce amore del mio core,
dove amor ti trasportò?
O Gesù mio,
perché tanto patir? Per amor mio!
perché tanto patir? Per amor mio!
Ma se fu tuo voler il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire?
perché vuoi pianger poi, perché vagire?
Sposo mio, amato Dio,
mio Gesù, t’intendo sì!
Ah, mio Signore,
tu piangi non per duol, ma per amore,
tu piangi non per duol, ma per amore.
Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande amor, sì poco amato,
dopo sì grande amor, sì poco amato!
O diletto del mio petto,
se già un tempo fu così,
or te sol bramo:
caro non pianger più, ch’io t’amo e t’amo,
caro non pianger più, ch’io t’amo e t’amo.
Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core
non dorme, no ma veglia a tutte l’ore,
non dorme, no ma veglia a tutte l’ore.
Deh, mio bello e puro Agnello,
a che pensi? dimmi tu.
O amore immenso,
“Un dì morir per te” – rispondi – “io penso”,
“Un dì morir per te” – rispondi – “io penso”.
Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio
ed altro, fuor di te, amar poss’io?
ed altro, fuor di te, amar poss’io?
O Maria, speranza mia,
s’io poc’amo il tuo Gesù,
non ti sdegnare
amalo tu per me, s’io nol so amare!
amalo tu per me, s’io nol so amare!