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Credits: YouTube @Checco Zalone Official
23 Dicembre 2025
Redazione 105
Cinque anni dopo Tolo Tolo, Checco Zalone torna al cinema con Buen Camino, una commedia natalizia che arriva in sala dal 25 dicembre e che segna anche il ritorno della collaborazione con Gennaro Nunziante. Un rientro molto atteso dall’industria cinematografica, che vede nel film una possibile boccata d’ossigeno per il box office italiano, forte dei precedenti incassi record del comico pugliese.
Alla presentazione del film, Zalone chiarisce subito il rapporto con il suo storico regista: “Partiamo subito col gossip: con Gennaro non abbiamo mai litigato. Capita che nella vita si prendano strade diverse. Fortuna Bari è piccolissima e ci siamo ritrovati insieme alla Madonella, che è il quartiere dove abitiamo”.
Nunziante ribadisce il metodo di lavoro condiviso: “Con Checco però abbiamo continuato a lavorare sempre nella stessa maniera. Ci chiediamo: chi è Checco oggi? Il resto viene di conseguenza. Quando abbiamo quindi immaginato un Checco non più di una certa classe sociale, ma ricco, portarlo sul cammino di Santiago ci sembrava che potesse stridere bene con la sua vita”.
Al centro di Buen Camino c’è il tema della paternità, affrontato senza indulgenza sentimentale. Zalone lo spiega così: “Sappiamo che il rapporto padre e figlia può risultare ruffiano. Ma la ragazza nel film è in cerca di valori autentici, qualcosa che riguarda la vita vera. Io stesso ho due figlie, una di tredici anni e una di dieci, e con la più grande mi sembra di cominciare a parlare una lingua diversa”.
Nunziante allarga il discorso alla società contemporanea: “Siamo ormai una società senza padri ed uno dei motivi, secondo me, è da ritrovare nel fatto che l’uomo stesso, oggi, non sa bene chi è. E nel film accade questo: un uomo parte che è padre ma non lo sa e torna capendo cosa significa. Credo che questo sia lo stesso gioco che vivano gli uomini e soprattutto i padri oggi”.
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Sul tema delle polemiche, il regista chiarisce: “I romanzi di formazione partono da dei presupposti. ‘Il cattivo tenente’ di Abel Ferrara, se esci dalla sala dieci minuti dall’inizio, ti lascia l’idea che lui è una m***a terrificante. Ma bisogna aspettare i finali, la differenza è tutta lì. Nella commedia italiana è ciò che fa tutta la differenza”. Zalone aggiunge: “Io sostengo che invece di lamentarsi del politicamente corretto bisogna essere intelligentemente scorretti, quindi non avverto questo problema”.
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Sulle aspettative economiche, l’attore non si nasconde: “Sì, ci aspettiamo di fare molti soldi”. E sul pubblico più giovane ammette una preoccupazione reale: “Mi domando come i giovani possano reggere una commedia di un’ora e mezza al cinema. Vediamo come questa fascia di pubblico reagirà”.
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