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16 Luglio 2015
Proviamo a immaginare un ipotetico incontro tra un ragazzo e una ragazza in un pub di Londra. Il ragazzo prende l'iniziativa e si dirige verso la ragazza per conoscerla. Queste potrebbero essere le prima fasi del loro incontro.
Ragazzo: "Ciao. Ti stavo osservando da un po'. Stai aspettando per caso qualcuno? Piacere mi chiamo Andy King."
Ragazza: "Si, certo. Sto aspettando una mia amica. Piacere Jemmaroid Von Laalaa".
Ragazzo: "Scusami, non ho capito. Come hai detto che ti chiami?"
Ragazza: "Jemmaroid Von Laalaa. O meglio: fino a pochi giorni fa il mio nome all'anagrafe era Jemma Rogers. I miei genitori mi hanno chiamato così ma..."
Ragazzo: "Sei quindi un'artista, usi uno pseudonimo?"
Ragazza: "Niente di tutto questo. Non sono un'artista. Adesso mi chiamo Jemmaroid Von Laalaa per un motivo molto più bizzarro".
Ragazzo: "Sono curioso. Quale sarebbe?"
L'incredibile motivo (e storia) ve lo raccontiamo noi.
Jemma Rogers nel 2008 apre il suo account Facebook e come tanti altri utenti sceglie uno pseudonimo per il suo profilo e non il suo vero nome per mantenere la sua privacy.
Per questo motivo sceglie il nome inventato di Jemmaroid Von Laalaa. Fino a qui niente di speciale. Tutto fila liscio.
Il problema nasce lo scorso giugno quando il social network chiede a Jemmaroid Von Laalaa di fornire dei documenti che la identificassero come la signorina Jemmaroid.
A questa richiesta Jemma Rogers risponde inviando una foto manipolata della sua carta di credito. Facebook non ci casca e chiude il profilo della ragazza. Jemma chiede scusa all'azienda americana che però risponde picche: il profilo rimane chiuso perché appartiene alla signora Jemmaroid Von Laalaa e non a Jemma Rogers.
A questo punto Jemma che fa? Apre un nuovo account con il suo vero nome avvertendo tutti i suoi contatti del cambiamento? No. Pur di non perdere foto, chat e altro, Jemma preferisce recarsi all'anagrafe e cambiare il nome. Da un mese a questa parte è la signorina Jemmaroid Von Laalaa.