La musica ti dà la pelle d'oca? Ecco perché!

Uno studio rivela quali attività cerebrali si attivano quando la musica fa venire la pelle d'oca.

La musica ti dà la pelle d'oca? Ecco perché!

28 Settembre 2016

Molti di voi – ma non tutti – si saranno accorti che la musica che emoziona di più, spesso dà anche (fisicamente) i brividi da pelle d’oca.

Questo fenomeno è noto da lungo tempo e gli studiosi si interrogano da sempre sul perché questo accada.

Oggi, la risposta scientifica può arrivare da uno studio di imaging cerebrale, volto a spiegare le cause del fenomeno e perché alcune persone non lo provino.

La ricerca – svolta da Matthew Sachs, ricercatore dell'Università della California meridionale, insieme a un team di studiosi dell’Università di Harvard della Wesleyan University – ha coinvolto circa 200 persone, a cui è stato fatto compilare un questionario online riguardante il loro rapporto con la musica.

Dalle risposte fornite sono state selezionate 10 persone che provano i brividi all’ascolto di brani musicali emozionanti ed altrettante che, al contrario, non mostrano questa reazione.

A queste 20 persone è stata fatta ascoltare la propria musica preferita mentre venivano sottoposti a un imaging con tensore di diffusione (DTI), una particolare risonanza magnetica che consente di verificare le connessioni delle varie regioni del cervello.

Nei due gruppi sono state evidenziate differenze sostanziali nella modalità di connessione tra tre particolari regioni cerebrali: chi prova la pelle d’oca ha più fibre nervose che portano dalla corteccia uditiva a quella insulare e anteriore (le due zone coinvolte nelle processazione dei sentimenti) e alla corteccia prefrontale mediale (quella che assegna un valore alle emozioni).

L’impatto emotivo che scaturisce nella pelle d’oca sarebbe quindi da imputarsi alle connettività cerebrale, che consente alla musica di avere una risposta emotiva più profonda in queste persone.

Il dottor Sachs ha affermato che: «È difficile dire se questa capacità venga appresa con il tempo o se queste persone abbiano naturalmente più fibre cerebrali. Tutto quello che possiamo dire è che queste differenze potrebbero spiegare il comportamento che vediamo».

E voi a quale gruppo appartenete?

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