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06 Aprile 2017
Gli smartphone di ultima generazione sono arrivati a costare tanto quanto uno stipendio. Così una persona con assennata è quasi intimorita a maneggiare questi gioiellini costosissimi. Il rischio che il dispositivo scivoli dalle mani e si infranga rovinosamente al suolo, rompendosi, o alla meglio che si infranga il display è veramente alto. Comunque sia, a nessuno piace vedere andare in fumo fior fiori di quattrini in questo modo. Fortunatamente però un gruppo di ricerca dell’Università della California ha inventato un materiale in grado di autoripararsi automaticamente una volta che si è rotto, forse ponendo termine in questo modo alla "paura da smartphone".
La sostanza in questione è costituita da materiali che interagiscono fra loro a livello molecolare sulla base di relazioni ione-dipolo. Grazie a questo tipo di legame molecolare quando il materiale si rompe, riesce a ripararsi senza l’intervento di terzi nel giro di una giornata. Inoltre è in grado di allungarsi raggiungendo una lunghezza pari a 50 volte l'originaria. Sembra quasi magia, invece è scienza.
Il team di ricerca ha presentato da poco il proprio lavoro all’American Chemical Society e secondo il chimico e capo del progetto, Chao Wang, il nuovo materiale potrà essere disponibile per gli smartphone dal 2020. Dovremmo dunque aspettare circa 3 anni per questa rivoluzione, sperando sempre non ci siano ritardi. L'invenzione potrebbe rivelarsi un colpo basso alle case produttrici dei dispositivi, ma al contempo un toccasana per le nostre tasche.
Photo credit: maxpixel.freegreatpicture.com