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Disturbi sessuali e problemi alla prostata: gli italiani non se la passano bene

“La situazione si è aggravata per l’aumento della disinformazione o falsa informazione”.

Il latin lover italiano? Pare essere andato in pensione, se si analizzano i dati della Società italiana di urologia (Siu). Il 30% degli uomini del nostro Paese soffre di patologie testicolari e disturbi sessuali. In particolare il 15,5% soffre di disfunzione erettile, il 7,6% di calo della libido e il 7,5% di eiaculazione precoce. Ma non è tutto, gli urologi affermano che ben il 53% degli uomini ha problemi alla prostata come iperplasia prostatica benigna, prostatite o, nei casi più gravi, tumore alla prostata.

Si tratta di dati allarmanti, con patologie che colpiscono il 51% dei maschi italiani tra i 25 e i 75 anni e che si ripercuotono nella vita personale e di coppia. Disturbi di questa natura possono inoltre portare anche ad altre patologie, come quelle renali, 6%, e urinarie, 5,4%.

Tra le cause di questo incremento di disturbi sessuali c'è la disinformazione: come ha affermato Roberto Carone, presidente Siu, “La situazione si è aggravata per l'aumento della disinformazione o falsa informazione, causata da fonti non attendibili, reperite casualmente sul web o attraverso il tam-tam di amici: secondo l'indagine il 10% dei maschi con disfunzione erettile, segue, ad esempio, una terapia con inibitori PDE5 (come ad esempio il Viagra, ndr)”

Insomma anche in questo settore le cosiddette “fake news” creano problemi su problemi. Per non parlare della vergogna che i pazienti hanno nel parlare con il proprio medico: sempre secondo i dati Siu ben il 40% di chi usa le famose “pillole blu” lo fa senza aver consultato il medico e senza che sia stata fatta alcuna diagnosi. Il motivo? L'imbarazzo di confessare al medico il proprio problema.

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