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27 Giugno 2017
Contro la crudeltà dell’uomo e le sue trappole letali è scesa in campo una nuova squadra di eroi a 4 zampe: lei si chiama Dacia ed è un border collie che lavora nel Parco del Gran Sasso (ma non solo) ed è addestrata ad individuare bocconi avvelenati insieme ai suoi colleghi, due pastori belgi marinois di nome Karma e Naja.
Sempre più spesso, infatti, il cibo contaminato viene utilizzato dai cacciatori per uccidere lupi, volpi, ma anche cani più in generale. Strisce di lardo oppure wurtsel e pezzi di carne vengono utilizzati per nascondere ogni genere di veleno: stricnina, insetticidi, ratticidi, prodotti antilumaca. Non solo. Sono stati rinvenuti anche bocconi riempiti con chiodi, spilli, ganci da pesca, spugne fritte nell’olio.
Tutte queste trappole hanno in comune una cosa: una morte assicurata, tra atroci sofferenze, per gli animali che ci cadono. Spesso sono gli allevatori i responsabili, perché vogliono eliminare i predatori naturali, ma anche i cercatori di tartufi impegnati a sbarazzarsi della concorrenza. Il risultato, però, è che il cibo avvelenato diventa un pericolo anche per gli animali di ignari cittadini che passeggiano tra i boschi. E' in questo scenario che operano Dacia, Karma e Naja, andando a caccia di cibo avvelenato. Il loro campo d’azione è tutto il Centro Italia. Una volta individuato l’obiettivo, ci si siedono sopra per segnalarne la presenza. Il Parco del Gran Sasso è stato il primo a istituire un nucleo cani anti-veleno nel 2010. Come Dacia, ci sono altri 22 amici a quattro zampe in tutta Italia addestrati a salvare vite ogni giorno.