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06 Luglio 2017
Più studi più hai probabilità di trovare un impiego precario, almeno per quanto riguarda il primo lavoro. Dati preoccupanti emergono da un’indagine Istat relativa al tema dell'equità generazionale e dei sistemi previdenziali. Se pensate, dunque, che studiando di più vi garantirete un primo posto di lavoro sicuro ed inerente ai vostri studi, beh, non sperateci troppo.
I risultati dell’indagine sono abbastanza chiari: se a trovare un’occupazione atipica tra coloro i quali hanno terminato la scuola dell’obbligo sono il 21,1%, la percentuale tra i laureati sale al 35,4%. Dati che significano una cosa sola: "l'occupazione atipica al primo lavoro cresce all'aumentare del titolo di studio”, spiega Giorgio Alleva, presidente dell'Istituto nazionale di statistica. E il problema non riguarda solo i giovani ma anche adulti con a carico dei figli: se consideriamo il genere femminile, ben il 41% di coloro che hanno un lavoro atipico sono madri.
"Nonostante la ripresa dell'occupazione in atto - continua Alleva - le condizioni del mercato del lavoro rappresentano un elemento di criticità per le storie contributive delle nuove generazioni, caratterizzate spesso da carriere lavorative discontinue e di bassa qualità e da un ingresso sul mercato del lavoro differito rispetto a quanto sperimentato dalle precedenti generazioni".
Il problema si complica se consideriamo che sono troppo pochi i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni che lavorano: una questione, questa, che va a toccare il tema scottante delle pensioni. Il suggerimento dell’esperto? Quello di “favorire l'ingresso e la permanenza dei giovani nel mercato del lavoro, incrementando, ad esempio, le risorse disponibili per le politiche attive e la formazione dei lavoratori”.