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Senza lavoro e fuoricorso, chiede al padre 2.577€ al mese come mantenimento. E il giudice le dà ragione, in parte

Una 26enne di Pordenone è riuscita ad ottenere dal Tribunale un assegno di mantenimento di 350€ al mese. Ma il padre annuncia ricorso.

Fuoricorso da anni all’Università e senza uno straccio di lavoro, una 26enne di Pordenone non voleva rinunciare al suo alto tenore di vita e così ha pensato bene di portare in Tribunale suo padre, reo di non darle abbastanza soldi. Il genitore infatti, con il quale vive dopo il divorzio dei suoi genitori e che non le ha mai fatto mancare esigenze di prima necessità (compreso il pagamento dell’Università), le dà solamente 20€ a settimana come “paghetta”, una miseria per la ragazza, abituata a ben altro. L’uomo, un libero professionista, pensava che a 26 anni sua figlia dovesse assumersi le sue responsabilità e cercare di costruirsi un proprio futuro, possibilmente non sulle spalle dei genitori.

E così la 26enne, prese carte e penna, ha stilato per filo e per segno un calcolo di quanto avesse avuto bisogno per “sopravvivere”: considerate le spese per la salute, per l’Università, per le bollette e l’alloggio, per le cose di tutti i giorni, 400€ per lo svago al mese e 1.000€ per le vacanze l’anno il totale le è venuto 2.577€ al mese. Una cifra astronomica che nemmeno professionisti affermati riescono a raggiungere, lavorando tutti i giorni.

Il Tribunale però, le ha dato ragione, almeno per quello che riguarda l’obbligo del padre nel mantenerla, ma ha ridimensionato, e notevolmente, la cifra richiesta. Così dopo due gradi giudizio la Corte d’Appello di Trieste si è pronunciata: alla ragazza spetta un assegno di mantenimento di 350€ al mese fino al 2019. Il padre però non ha accettato di buon grado la decisione dei giudici e così, anche se ha detto che la rispetterà, attenderà fino a novembre per chiedere eventualmente la revoca dell’assegno. In altre parole aspetterà fino alla sessione autunnale degli esami della figlia, se fino ad allora la ragazza non avrà dato esami, allora la battaglia legale proseguirà.

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